L'Olimpiade

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L'Olimpiade
Frontespizione dell'edizione originale (Vienna, 1733)
AutorePietro Metastasio
1ª ed. originale1733
GenereLibretto d'opera
SottogenereDramma per musica (opera seria)
Lingua originaleitaliano
PersonaggiClistene, re di Sicione;
Aristea, figlia di Clistene, amante di Megacle;
Argene, dama cretese, amante di Licida;
Licida, principe di Creta, amante di Aristea e amico di Megacle;
Megacle, amante di Aristea e amico di Licida;
Aminta, aio di Licida;
Alcandro, confidente di Clistene

L'Olimpiade è un libretto d'opera seria (dramma per musica) di Pietro Metastasio, scritto nel 1733 per essere inizialmente musicato da Antonio Caldara. Il soggetto del libretto trae assai libero spunto da una vicenda della vita di Clistene, tiranno di Sicione, narrata da Erodoto[1] e Pausania[2], e trova altresì ispirazione nel quinto libro delle Mythologiae (1551) dell'umanista Natale Conti (1520–1582), nel Torrismondo e nell'Aminta del Tasso, nel Pastor fido del Guarini, e, più direttamente, nel libretto, Gli inganni felici, di Apostolo Zeno.[3]

  1. ^ Secondo il racconto dello storico di Alicarnasso, Clistene, in occasione di un'edizione delle Olimpiadi, dopo aver vinto la corsa dei carri, annunziò pubblicamente che avrebbe dato in sposa la figlia Agariste a quello fra i Greci che, a suo giudizio, si darebbe dimostrato più degno, dopo aver soggiornato un anno a Sicione. Tra i moltissimi candidati alla fine Clistene scelse l'ateniese Megacle, della stirpe degli Alcmeonidi, dalla cui unione con Agariste sarebbero nati, tra gli altri, il legislatore Clistene (così chiamato in onore del nonno) e, dopo alcune generazioni, il grande Pericle (Storie, VI, 125-131).
  2. ^ Guida della Grecia, II, 9, 6.
  3. ^ Raffaele Mellace, Olimpiade, L' (Vivaldi), in Piero Gelli e Filippo Poletti (a cura di), Dizionario dell'opera 2008, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2007, pp. 922-924, ISBN 978-88-6073-184-5 (riprodotto in Opera Manager Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive.). Il libretto di Zeno musicato per la prima volta nel 1696 da Carlo Francesco Pollarolo è reperibile gratuitamente online come ebook-gratis Google.