Il liberalismo classico è una corrente di pensiero politico ed economico che si sviluppò tra il XVII e il XIX secolo in Europa e negli Stati Uniti. Il liberalismo classico si basa su alcuni principi fondamentali, tra cui:
Il governo limitato, cioè sull'idea che il potere dello Stato debba essere circoscritto da principi e norme costituzionali;
Lo stato di diritto, che si basa sul principio della legalità, ovvero il rispetto delle norme giuridiche che regolano i rapporti tra i cittadini e lo Stato;
Il consenso dei governati, il quale si riferisce all'idea che la legittimità e l'autorità di un governo dipendono dal consenso del popolo;
La tolleranza e il pluralismo che incoraggiano il rispetto e la convivenza pacifica tra persone di opinioni, credenze, culture e stili di vita diversi;
Il liberalismo classico è l'insieme delle idee dei whigs e dei radicals,[1][2] e rappresenta anche le posizioni politiche iniziali del Partito Liberale (evoluzione del Partito Whig).
«In Inghilterra quest'uso del termine liberalismo comparve soltanto dopo l'unificazione di whigs e radicali in un unico partito, che dagli inizi degli anni quaranta divenne noto come Partito Liberale. E poiché i radicali si ispiravano in buona parte a quella che abbiamo designato come tradizione continentale, anche il Partito Liberale inglese all'epoca della sua massima influenza fece sue entrambe le tradizioni sopra menzionate.
Stanti questi fatti, sarebbe scorretto qualificare come ‛liberale' esclusivamente l'una o l'altra delle due distinte tradizioni. Esse sono state talvolta designate come tipo ‛inglese', ‛classico' o ‛evoluzionistico', oppure come tipo ‛continentale' o ‛costruttivistico'»