Nella religione cristiana cattolica, il limbo (termine derivato dal latino limbus nel significato di orlo, bordo) è stata la concezione teologica, poi superata, che esistesse una condizione temporanea delle anime appartenute a persone buone morte prima della resurrezione di Gesù (Limbo dei Padri o Sheol); tale condizione era considerata permanente per i bambini morti ancora non battezzati, che non hanno commesso dunque alcun peccato personale, ma non sono stati liberati dal peccato originale attraverso il battesimo (Limbo dei Bambini).
Nel Limbo dei Bambini, secondo diversi teologi, andavano anche i buoni non-cristiani (quindi, non-battezzati) morti in Grazia di Dio sufficiente da non dannarsi, ma senza la condizione necessaria per andare in Paradiso (in tal caso era detto, più genericamente, Limbo dei Giusti). Nel catechismo di San Pio X si ribadiva chiaramente l’esistenza del limbo come luogo ultraterreno ove erano destinati i bambini non battezzati; luogo non di sofferenza ma di felicità “naturale” nel quale tuttavia non si può godere della visione beatifica di Dio. Nel catechismo ufficiale odierno (promulgato da papa Giovanni Paolo II, santo) non si menziona più chiaramente il Limbo ma si afferma che i bambini morti senza Battesimo sono affidati «alla misericordia di Dio [...]». Tuttavia il documento approvato da Benedetto XVI continua a considerare quella del Limbo, in virtù della sua presenza costante nel Magistero della Chiesa, un'"ipotesi teologica possibile".