Locomotiva FS 290

Locomotiva FS 290
alcune ex RA 350 bis
Locomotiva a vapore
La locomotiva RA 3631, poi FS 290.001, nel 1899, appena consegnata, in una fotografia ufficiale[1]
Anni di progettazione 1898
Anni di costruzione 1899-1913
Anni di esercizio 1899-1954
Quantità prodotta 338
Costruttore Ansaldo
Costruzioni Meccaniche di Saronno
Miani e Silvestri
Borsig
Regia Fabbrica di Locomotive e Macchine
Breda
Henschel & Sohn
Maffei
Maschinenfabrik Esslingen
Officine Meccaniche
Lunghezza 15298 mm (con tender a 2 sale); 15848 mm (con tender a 3 sale)
Altezza 4245 mm
Capacità tender (vedi il testo)
a 2 sale: acqua 8 m³, carbone 3,4 t
a 3 sale: acqua 12 m³, carbone 4 t
a 3 sale: acqua 12 m³, carbone 6 t
Massa in servizio 43,8 t
Massa aderente 43,8 t
Tipo di motore a vapore saturo a semplice espansione
Alimentazione carbone
Velocità massima omologata 60 km/h
Rodiggio C (macchina) 3T12 (tender)
Diametro ruote motrici 1 510 mm
Distribuzione a cassetto piano, sistema Stephenson
Tipo di trasmissione a bielle
Numero di cilindri 2, esterni
Diametro dei cilindri 455 mm
Corsa dei cilindri 650 mm
Superficie griglia 2,03 
Superficie riscaldamento 120,88 m²
Pressione in caldaia 12 bar
Potenza continuativa 370 kW
Dati tratti da:
Ferrovie dello Stato, Album, vol. I, tavv. 44, 45, 46; Ferrovie dello Stato, Album, Appendice II, prospetti; Accomazzi, quadro B; Kalla-Bishop, pp. 25-26; Cornolò, pp. 164-167.

Le locomotive FS 290 sono state delle locomotive a vapore italiane per il servizio di linea, utilizzate dapprima della Rete Adriatica, dove costituirono il gruppo 350 bis, e poi delle Ferrovie dello Stato (FS).

Facenti parte dell'ultimo gruppo di locomotive italiane del tipo "Bourbonnais", furono progettate sulla base del tipo costruttivo delle RA 350, poi FS 270, per il servizio di spinta ai treni su linee di valico. Diventarono poi macchine di uso universale, diffondendosi su quasi tutta la rete ferroviaria italiana.

Furono autorevolmente considerate uno dei «tipi più rappresentativi di locomotive a vapore tra quelli progettati dagli Uffici studi di Torino e di Firenze» delle ex Reti Adriatica (RA) e Mediterranea (RM) tra il 1873 e il 1904[2].

Nel 1982 l'unica unità superstite, FS 290.319, fu la prima macchina introdotta nel Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa (Napoli).

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Turchi1980/27
  2. ^ Diegoli, p. 44.