Lorenzo de' Medici | |
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Domenico Ghirlandaio, particolare di Lorenzo de' Medici nella Cappella Sassetti, Basilica di Santa Trinita, Firenze, 1483 Note allo stemma araldico qui di seguito:[1][2] | |
Signore di Firenze (de facto) | |
In carica | 2 dicembre 1469 – 8 aprile 1492 |
Predecessore | Piero il Gottoso |
Successore | Piero il Fatuo |
Nome completo | Lorenzo di Piero de' Medici |
Nascita | Firenze, 1º gennaio 1449 |
Morte | Villa medicea di Careggi, 8 aprile 1492 (43 anni) |
Luogo di sepoltura | Basilica di San Lorenzo, Firenze |
Dinastia | Medici |
Padre | Piero de' Medici |
Madre | Lucrezia Tornabuoni |
Consorte | Clarice Orsini |
Figli | Lucrezia Piero Maddalena Giovanni (papa Leone X) Luisa Contessina Giuliano |
Religione | cattolica |
Motto | Festina lente |
Firma |
«Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non v'è certezza»
Lorenzo di Piero de' Medici, modernamente noto come Lorenzo il Magnifico (Firenze, 1º gennaio 1449 – Careggi, 8 aprile 1492), è stato un politico, nobile, mecenate, scrittore, poeta e umanista italiano, signore di Firenze dal 1469 alla morte, il terzo della dinastia dei Medici, nonché uno dei più significativi uomini politici del Rinascimento, sia per aver incarnato l'ideale del principe umanista, sia per l'oculatissima e diplomatica gestione del potere[3][4][5][6].
Lorenzo divenne, insieme al fratello minore Giuliano, signore de facto di Firenze dopo la morte del padre Piero. Nei primi anni di governo (1469-1478), il giovane Lorenzo condusse una politica interna volta a rinforzare da un lato le istituzioni repubblicane in senso filo-mediceo, dall'altro a sopprimere le ribellioni delle città sottoposte a Firenze (celebri i casi di Prato e Volterra). Sul fronte della politica estera, invece, Lorenzo manifestò il chiaro disegno di arginare le ambizioni territoriali di Sisto IV, in nome dell'equilibrio della Lega Italica del 1454.
Per questi motivi, Lorenzo fu oggetto della Congiura dei Pazzi (1478), nella quale il fratello Giuliano de' Medici rimase assassinato. Il fallimento della congiura provocò l'ira di papa Sisto, del re di Napoli Ferrante d'Aragona e di tutti coloro che erano intimoriti dal rafforzamento del potere mediceo su Firenze[7]. Seguirono, pertanto, due anni di guerra contro Firenze, nella quale il prestigio interno e internazionale del Magnifico si rafforzarono enormemente grazie alla sua abilità diplomatica e al suo carisma, con cui riuscì da un lato a sgretolare la coalizione anti-fiorentina, dall'altro a mantenere unite le forze interne alla Repubblica.
Divenuto negli anni ottanta l'ago della bilancia della politica italiana, trattato come un sovrano dai monarchi stranieri, Lorenzo legò il suo nome al periodo di massimo splendore del Rinascimento fiorentino, circondandosi di intellettuali (Poliziano, Ficino, Pico della Mirandola) e di artisti quali Botticelli e il giovane Michelangelo. Dopo la sua prematura scomparsa (1492), la rivalità dei signori italiani, non più frenati dalla sua diplomazia, degenerò fino a permettere la discesa di Carlo VIII di Francia e l'inizio delle guerre d'Italia del XVI secolo.
«Lorenzo il Magnifico è, per consenso generale in Europa, l'uomo più degno di nota che abbia mai tenuto le redini di uno Stato; e il suo carattere ha sempre interessato l'umanità... Era un uomo eminente in un'età che abbondava di uomini grandi e si riconosce che fu una delle forze ispiratrici del XV secolo.»