Lucrezia Borgia

Lucrezia Borgia
Medaglia di Lucrezia Borgia, 1502. Stile di Gian Cristoforo Romano.
Duchessa consorte di Ferrara, Modena e Reggio
Stemma
Stemma
In carica25 gennaio 1505[1] –
24 giugno 1519
PredecessoreEleonora d'Aragona
SuccessoreRenata di Francia
Duchessa consorte di Bisceglie e Principessa consorte di Salerno
In carica21 luglio 1498[1] –
18 agosto 1500[1]
PredecessoreCostanza da Montefeltro (Salerno)
SuccessoreMaria d'Aragona (Salerno)
Signora consorte di Pesaro e Gradara
Contessa consorte di Cotignola
In carica12 giugno 1493[1] –
19 dicembre 1497[1]
PredecessoreMaddalena Gonzaga[1]
SuccessoreGinevra Tiepolo[1]
Signora di Nepi
In carica10 ottobre 1499 –
17 settembre 1501
PredecessoreAscanio Maria Sforza
SuccessoreGiovanni Borgia (Infans Romanus)
Signora di Sermoneta e Bassiano
In carica12 febbraio 1500 –
17 settembre 1501
PredecessoreGuglielmo Caetani
SuccessoreRodrigo d'Aragona
NascitaSubiaco[1], 18 aprile 1480[1]
MorteFerrara[1], 24 giugno 1519[1]
Luogo di sepolturaMonastero del Corpus Domini[1]
DinastiaBorgia
PadreRodrigo Borgia, poi papa Alessandro VI[1]
MadreVannozza Cattanei[1]
ConsortiGiovanni Sforza[1]
Alfonso d'Aragona[1]
Alfonso I d'Este[1]
FigliRodrigo d'Aragona[1]
Alessandro d'Este[1]
Ercole II d'Este[1]
Ippolito II d'Este[1]
Alessandro d'Este[1]
Eleonora d'Este[1]
Francesco d'Este[1]
Isabella Maria d'Este[1]
ReligioneCattolicesimo
Firma

Lucrezia Borgia (in catalano Lucrècia Borja; in spagnolo Lucrecia de Borja; in latino Lucretia Borgia; Subiaco, 18 aprile 1480Ferrara, 24 giugno 1519) è stata una nobildonna italiana di origini anche spagnole.

Figlia illegittima terzogenita di papa Alessandro VI (al secolo Rodrigo Borgia) e della sua amante Vannozza Cattanei, fu una delle figure femminili più controverse del Rinascimento italiano. Quando il padre ascese al soglio pontificio la dette inizialmente in sposa a Giovanni Sforza, ma pochi anni dopo, in seguito all'annullamento del matrimonio, Lucrezia sposò Alfonso d'Aragona, figlio illegittimo di Alfonso II di Napoli. Un ulteriore cambiamento delle alleanze, che avvicinò i Borgia al partito filofrancese, portò all'assassinio di Alfonso, su ordine di Cesare, fratello di Lucrezia.[2]

Dopo un breve periodo di lutto, Lucrezia partecipò attivamente alle trattative per le sue terze nozze, quelle con Alfonso I d'Este, primogenito del duca Ercole I di Ferrara, il quale dovette, pur riluttante, accettarla in sposa.[3] Alla corte estense Lucrezia fece dimenticare la sua origine di figlia illegittima del papa, i suoi due falliti matrimoni e tutto il suo passato burrascoso; infatti, grazie alla sua bellezza e alla sua intelligenza, si fece ben volere sia dalla nuova famiglia sia dalla popolazione ferrarese.

Perfetta castellana rinascimentale, acquistò la fama di abile politica e accorta diplomatica. Il marito le affidava la conduzione amministrativa del ducato quando doveva assentarsi da Ferrara. Fu anche un'attiva mecenate, accogliendo a corte poeti e umanisti come Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Gian Giorgio Trissino e Ercole Strozzi.

Dal 1512, per le sventure che colpirono lei e la casa ferrarese, iniziò a indossare il cilicio, s'iscrisse al Terz'ordine francescano, si legò ai seguaci di San Bernardino da Siena e di Santa Caterina e fondò il Monte di Pietà di Ferrara per soccorrere i poveri.[4][5] Morì nel 1519, a trentanove anni, per complicazioni dovute ad un parto.

La figura di Lucrezia ha assunto diverse sfumature nel corso dei periodi storici. Per una certa storiografia, soprattutto ottocentesca, i Borgia hanno finito per incarnare il simbolo della spietata politica machiavellica e la corruzione sessuale attribuita ai papi rinascimentali. La stessa reputazione di Lucrezia si offuscò in seguito all'accusa di incesto, rivolta da Giovanni Sforza alla famiglia della moglie,[6] a cui si aggiunse in seguito la fama di avvelenatrice, dovuta in particolare alla tragedia omonima di Victor Hugo,[7][8] musicata in seguito da Gaetano Donizetti: in questo modo la figura di Lucrezia venne associata a quella di femme fatale partecipe dei crimini commessi dalla propria famiglia.[9][10] La storiografia successiva ha tuttavia ridimensionato notevolmente tali aspetti, parlando di "leggenda nera" ai suoi danni, nata inizialmente per ragioni politiche[11].

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y Raffaele Tamalio, Lucrezia Borgia, duchessa di Ferrara, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 20 marzo 2019.
  2. ^ Bradford, 2005, p. 87.
  3. ^ Cloulas, 1989, pp. 263-264.
  4. ^ Bradford, 2005, pp. 290-291.
  5. ^ Montanelli, 2003, p. 346.
  6. ^ Chastenet, 1996, p. 325.
  7. ^ Bellonci 2011, p. 371.
  8. ^ Cloulas, 1989, pp. 80-81.
  9. ^ Gervaso, 1977, p. 362.
  10. ^ Marion Hermann Röttgen.
  11. ^ Gervaso, 1977, p. 379.