Magdaleniano

Arpioni magdaleniani in osso di renna a seghettatura singola e doppia (1: Mas d'Azil, 2: Bruniquel, 3, 4, 5: Abri de la Madeleine; 6, 7: Lortet)
Arpioni magdaleniani in osso di renna a seghettatura singola e doppia Fontalés

Il magdaleniano (o "maddaleniano") (18-17.000 - 11-10.000 anni fa, verso la fine dell'ultima glaciazione) è l'ultima cultura del Paleolitico superiore europeo.

Il nome è stato fatto derivare da Gabriel de Mortillet dal sito di Abri de la Madeleine, presso Tursac, in Dordogna, Francia, scavato dal 1863.

Il magdaleniano è caratterizzato dalla lavorazione di lame e dalla miniaturizzazione dei manufatti litici (microliti). Si diffonde la lavorazione dell'avorio e dell'osso, con raffinata decorazione e vengono realizzate collane con denti di carnivori. Le innovazioni magdaleniane sono associate soprattutto alla lavorazione ossea con la produzione di bulini (a becco di pappagallo e a becco di flauto), punte a cran lungo, arpioni (con denti intagliati nel fusto, poi con seghettatura singola e doppia), propulsori, spatole, ami, aghi e bastoni, alcuni anche lavorati ed incisi.

A questo periodo appartiene la fioritura della pittura rupestre, della cui varietà e qualità sono testimoni i celebri dipinti parietali della grotta di Altamira, Tito Bustillo, Font-de-Gaume, Lascaux, Niaux e Grotta Chauvet.

La cultura magdaleniana viene suddivisa, non unanimemente, in "magdaleniano antico" (I-III) "magadaleniano recente" (IV-VI) "magdaleniano terminale", o "aziliano", dal sito di Le Mas-d'Azil nei Pirenei francesi, secondo alcuni già nel Mesolitico.