Malaspina

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Malaspina (disambigua).
Malaspina
'Sum Mala Spina Bonis
Sum Bona Spina Malis
'[1]
Malaspina dello Spino Secco
Troncato d'oro e di rosso, allo spino secco al naturale posto in palo ed attraversante
Malaspina dello Spino Fiorito
Troncato d'oro e di rosso, allo spino al naturale fiorito d'argento posto in palo ed attraversante
Stato Marchesato di Tresana
Marchesato di Fosdinovo
Signoria di Massa e di Carrara
Marchesato di Massa e Signoria di Carrara
Principato di Massa e Marchesato di Carrara
Ducato di Massa e Principato di Carrara
Casata di derivazioneObertenghi
Titoli
FondatoreAlberto "il Malaspina"
Ultimo sovranoMaria Teresa Cybo-Malaspina
Data di fondazioneXI secolo
Data di deposizione1790
Etniaitaliana
Rami cadetti

«La fama che la vostra casa onora,
grida i segnori e grida la contrada,
sì che ne sa chi non vi fu ancora;
e io vi giuro, s’io di sopra vada,
che vostra gente onrata non si sfregia
del pregio de la borsa e de la spada.»

I Malaspina sono una nobile famiglia italiana d'origine longobarda, discendente dagli Obertenghi, marchesi di Toscana, che resse, a cominciare dal XIII-XIV secolo, i molti feudi della Lunigiana e, dal 1473 al 1553, furono i sovrani di Massa e Carrara, seguiti dai loro discendenti per linea femminile fino all'assorbimento del Ducato di Massa e Carrara nei domini degli Austria-Este, comunque anch'essi loro discendenti.[2].

  1. ^ Questa versione del motto di famiglia è quella riportata nell'incisione dello stemma riprodotta (Vignetta n. 621) in Jacopo Gelli, Gli ex libris italiani. Guida del raccoglitore, Ristampa anastatica della seconda edizione aumentata (Milano, Hoepli, 1930), Milano, Cisalpino Goliardica, 1976, p. 275. Il probabile titolare era l'abate Giuseppe Malaspina di Varzi. Il significato del motto è: «Sono una cattiva (=dappoco) spina per i buoni, sono una buona (=molto pungente) spina per i cattivi».
  2. ^ La maggior parte delle notizie sui vari rami dei Malaspina si trovano nei tre volumi della Storia della Lunigiana feudale, di Eugenio Branchi