Malattia di Lyme

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Malattia di Lyme
Tipico eritema cutaneo "a bersaglio" del Lyme iniziale, patognomonico ma fugace
Malattia rara
Cod. esenz. SSNRA0030
Specialitàinfettivologia, dermatologia, neurologia e cardiologia
EziologiaBorrelia burgdorferi
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-10A69.2
MeSHD008193
MedlinePlus001319
eMedicine330178, 965922 e 786767
Sinonimi
Borreliosi
Willy Burgdorfer

La malattia di Lyme (pronuncia: /laɪm/) o borreliosi è una patologia di origine batterica.

Prende il nome dalla cittadina statunitense di Lyme, nel Connecticut,[1] in cui nel 1975 se ne segnalarono i primi casi manifestatisi con inspiegabile aumento delle artriti, soprattutto infantili, che insorgevano con eritemi cutanei su torace, addome, dorso e natiche e si ingrandivano fino a raggiungere una dimensione variabile tra i 10 e i 50 cm, mal di testa e dolori articolari. La malattia fu originariamente scambiata per artrite idiopatica giovanile.[2]

La malattia è originata da un batterio spiraliforme, la Borrelia burgdorferi, così chiamata in omaggio al suo scopritore, Willy Burgdorfer che la descrisse nel 1981.[3] Il batterio infesta le zecche (nello specifico quelle del genere Ixodes)[4], le quali possono a loro volta trasmetterlo agli umani e agli altri animali.

I luoghi nei quali è più facile contrarla sono le zone boschive. In America inizialmente si pensò che il serbatoio naturale fosse rappresentato dai cervi, dal momento che questi animali rappresentano l'ambiente ideale per la riproduzione delle zecche. Tuttavia studi successivi dimostrarono che il 90% delle zecche viene in contatto con lo spirocheta nella fase di ninfa tramite il peromisco dai piedi bianchi, il tamia striato, il toporagno cinereo, il toporagno settentrionale dalla coda corta. Questi piccoli mammiferi rappresentano i serbatoi più competenti nel processo infettivo del batterio.[5]

La sua incidenza è segnalata in Asia, America meridionale ed Europa centrale, nonché nelle regioni settentrionali d'Italia (Carso, in Trentino e in Liguria in particolare, più raramente in altre regioni)[6].

  1. ^ Murray P, The Widening Circle : A Lyme Disease Pioneer Tells Her Story, New York, St. Martin's Press, 1006, ISBN 978-0-312-14068-7.
  2. ^ Williams C, Infectious disease epidemiology : theory and practice, 2nd, Sudbury, Mass., Jones and Bartlett Publishers, 2007, p. 447, ISBN 978-0-7637-2879-3 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2017).
  3. ^ Willy Burgdorfer – obituary, in Daily Telegraph, 1º dicembre 2014. URL consultato il 1º dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2014).
  4. ^ Wolcott KA, Margos G, Fingerle V, Becker NS, Host association of Borrelia burgdorferi sensu lato: A review, in Ticks and Tick-Borne Diseases, vol. 12, n. 5, settembre 2021, pp. 101766, DOI:10.1016/j.ttbdis.2021.101766, PMID 34161868.
  5. ^ David Quammen, Spillover. L'evoluzione delle pandemie, traduzione di Luigi Civalleri, 12ª ed., Milano, Adelphi, 2014 [2012], ISBN 9788845932045.
  6. ^ (EN) F. Crovato, G. Nazzari, D. Fumarola, G. Rovetta, M.A. Cimmino e G. Bianchi G, Lyme Disease in Italy: First Reported Case, in Ann Rheum Dis, vol. 44, n. 8, 1985, pp. 570-71, DOI:10.1136/ard.44.8.570, PMID 4026422.