Il manifesto di Rauma (in esperanto Manifesto de Raŭmo) è stato scritto da uno dei tre gruppi di lavoro riguardanti il tema "Esperanto negli anni '80" durante il Congresso Giovanile Internazionale a Rauma in Finlandia. I principali redattori furono Giorgio Silfer e Jouko Lindstedt. Il testo non fu presentato né agli altri gruppi né alla commissione incaricata, bensì direttamente ai congressisti. Fino alla fine del 1980 esso fu sottoscritto da circa un centinaio di persone[1].
A Rauma, oltre al manifesto, nacque anche un secondo testo (Esperanto negli anni '80) in tre parti: "Obiettivi e constatazioni", "Metodi e raccomandazione", "Informazione all'esterno".[senza fonte]
È significativo che la rivista Esperanto impiegò dieci anni prima di pubblicare il testo del Manifesto. Prima e dopo furono numerose le discussioni in molti giornali[quali?]. Probabilmente la sezione meno compresa fu il paragrafo "I nostri scopi" con la frase "Abbiamo l'obiettivo di diffondere l'esperanto per realizzare poco alla volta i suoi valori positivi... " (seguono quattro valori). Nei dibattiti, si è spesso erroneamente sostenuto che i firmatari del manifesto non volessero la diffusione dell'esperanto, ma soltanto utilizzare la lingua.[2].
È necessario distinguere il testo del manifesto dal raumismo, che ideologicamente deriva anche da altri documenti: i rapporti politico-culturali di LF-koop (1980-1998), le Conclusioni di Seghedino (1988), gli studi di alcuni sociologi, la Kvintezo (prima parte del Patto per la Civitas Esperantica, 1998). I "raumisti" seguono le idee del manifesto; ma ad alcuni[chi?] sembra che la diffusione dell'esperanto riceva meno attenzione e ciò potrebbe chiarire le incomprensioni riguardanti il Manifesto di Rauma stesso.