MeeGo

MeeGo
sistema operativo
Logo
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Interfaccia di MeeGo su netbook.
SviluppatoreLinux Foundation, Intel, Nokia, Novell, MeeGo community
FamigliaLinux
Release iniziale1.0 (26 maggio 2010)
Release corrente1.2.0.10 (12 luglio 2012)
Tipo di kernelMonolitico (Linux 2.6.35)
Piattaforme supportateARM e x86
Metodo di aggiornamentoRPM Package Manager
Tipo licenzaSoftware libero
Stadio di sviluppoabbandonato
PredecessoreMaemo e Moblin
Sito webwww.meego.com

MeeGo è un sistema operativo, abbandonato, open source basato su Linux.[1] È indicato per l'utilizzo in dispositivi mobili come smartphone, netbook, car pc e tablet computer, ma può anche essere utilizzato in un computer desktop. L'annuncio della nascita di MeeGo è stato fatto al Mobile World Congress nel febbraio del 2010 e rappresenta la fusione tra il progetto sviluppato da Nokia, chiamato Maemo e quello sviluppato da Intel con il nome di Moblin.

La prima versione di questa distribuzione Linux è stata resa disponibile il 25 maggio 2010. Il progetto a causa dello staccamento di Nokia è stato abbandonato ed in seguito fatto rinascere in Tizen.[2][3] Nel luglio 2012 si ha notizia della nascita di una nuova società, Jolla, formata da un gruppo di ingegneri e programmatori che hanno lavorato in passato per Nokia, che si dedicherà allo sviluppo di MeeGo.[4]. Il 7 ottobre 2012 è stata data la conferma dell'esistenza del team Jolla da parte di The Wall Street Journal, secondo cui sarà creata una sede ad Hong Kong ed una in Cina per lo sviluppo di MeeGo. Anche Jolla, in seguito, abbandonerà MeeGo per dedicarsi al suo successore: Sailfish OS.

  1. ^ (EN) Dan Grabham, Intel and Nokia merge Moblin and Maemo to form MeeGo, su techradar.com, 15 febbraio 2010. URL consultato il 7 gennaio 2011.
  2. ^ (EN) MeeGo v1.0 Core Software Platform & Netbook User Experience project release, su meego.com, 25 maggio 2010. URL consultato il 7 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2010).
  3. ^ Moblin sposa Maemo. Nasce MeeGo
  4. ^ MeeGo sarà sviluppato da un team indipendente, su tomshw.it (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2012).