Mente (re dei Ciconi)

Mente (in greco antico: Μέντης?, Méntēs) fu re dei Ciconi nella mitologia greca; viene nominato nell'Iliade.[1]

Nel XVII libro dell'Iliade, il dio Apollo prese l'aspetto di Mente per incoraggiare Ettore a combattere contro Menelao,[2] per evitare che questi si impossessase delle armi di Euforbo, che lo stesso Menelao aveva appena ucciso. Così Apollo si rivolse ad Ettore:

(GRC)

«Ἕκτορ νῦν σὺ μὲν ὧδε θέεις ἀκίχητα διώκων ἵππους Αἰακίδαο δαΐφρονος· οἳ δ' ἀλεγεινοὶ ἀνδράσι γε θνητοῖσι δαμήμεναι ἠδ' ὀχέεσθαι ἄλλῳ γ' ἢ Ἀχιλῆϊ, τὸν ἀθανάτη τέκε μήτηρ. τόφρα δέ τοι Μενέλαος ἀρήϊος Ἀτρέος υἱὸς Πατρόκλῳ περιβὰς Τρώων τὸν ἄριστον ἔπεφνε Πανθοΐδην Εὔφορβον, ἔπαυσε δὲ θούριδος ἀλκῆς.[3]»

(IT)

«Ettore, a che del bellicoso Achille, senza speranza d’arrivarli, insegui gl’immortali corsieri? Umana destra mal li doma, e guidarli altri non puoteche Achille, germe d’una Diva. Intanto il forte Atride Menelao la salma di Patroclo salvando, a morte ha messo un illustre Troian, di Panto il figlio, e ne spense il valor.»

Questo è il solo riferimento a Mente presente in tutta l'opera.

Questo Mente non è da confondere con quello citato nell'Odissea, che era invece re dei Tafi.