«La moderna scienza economica nasce con i cosiddetti mercantilisti. Costoro (il più famoso è Jean-Baptiste Colbert, ministro delle Finanze di Luigi XIV) ritenevano che la ricchezza di una nazione stesse nell'avanzo della bilancia commerciale, ovvero nella differenza fra esportazioni e importazioni. Secondo i mercantilisti, un paese è tanto più ricco quanto più oro riesce a stipare nei propri forzieri: pertanto, è auspicabile che esso esporti beni, in cambio dei quali riceve moneta, ma che ne importi il meno possibile, perché per acquistarli dovrebbe rinunciare al denaro sonante. Colbert pensava che il re di Francia dovesse difendere il deposito non dalla Banda Bassotti, ma dai mercanti di Fiandra.»
Il mercantilismo fu la politica economica prevalente in Europa dal XVI al XVII secolo, basata sul concetto che la potenza di una nazione sia accresciuta dalla prevalenza delle esportazioni sulle importazioni (in termini economici di uso comune si parla di surplus commerciale).
Nelle società europee di quei secoli, dietro gli aspetti di uniformità del mercantilismo, furono attuate differenti politiche a seconda della specializzazione economica naturale (agricola, manifatturiera, commerciale) e all'idea di ricchezza (oro, popolazione, bilancia commerciale).