Michele Alboreto | |||||||||||||||||||||
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Alboreto in Formula 2 nel 1981 | |||||||||||||||||||||
Nazionalità | Italia | ||||||||||||||||||||
Automobilismo | |||||||||||||||||||||
Categoria | Formula 1, campionato del mondo sportprototipi, DTM | ||||||||||||||||||||
Termine carriera | 25 aprile 2001 | ||||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||||
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Statistiche aggiornate al 31 dicembre 2012 | |||||||||||||||||||||
Michele Alboreto (Milano, 23 dicembre 1956 – Klettwitz, 25 aprile 2001) è stato un pilota automobilistico italiano.
Campione europeo di Formula 3 nel 1980, trascorse buona parte della carriera in Formula 1, in cui vinse cinque Gran Premi ed in cui sfiorò il titolo mondiale nel 1985. Nel corso della sua carriera nella massima categoria gareggiò per squadre come Tyrrell, Ferrari, Arrows, Lola e Minardi. È l'ultimo italiano ad avere vinto in Formula 1 su Ferrari e a competere per il mondiale piloti di Formula 1 con la Ferrari.[1] Paragonato ad Alberto Ascari, era grintoso ed abile nella messa a punto: sapeva fornire precise e dettagliate indicazioni per migliorare le prestazioni della vettura a ingegneri e meccanici.[1] Parallelamente alle gare in Formula 1 partecipò a molte competizioni su vetture a ruote coperte aggiudicandosi, oltre ad altre, la 24 Ore di Le Mans del 1997 e la 12 Ore di Sebring del 2001, anno in cui morì al Lausitzring mentre collaudava una Audi R8 Sport. Causa dell'incidente – come conclude l’indagine sull’incidente – non fu un errore del pilota ma la foratura progressiva dello pneumatico posteriore sinistro, il cui cedimento finale innescò la carambola che portò il prototipo tedesco a colpire le barriere a bordo pista, oltrepassarle e capovolgersi sull’altro lato[2].