Monarchia | |
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Titolo originale | Monarchia |
Altri titoli | De monarchia |
Manoscritto della Monarchia, 1700-50 ca. (BNCF Magliabechiano XXX.187) | |
Autore | Dante Alighieri |
1ª ed. originale | fra il 1312 e il 1313 |
Genere | trattato |
Lingua originale | latino |
Il Monarchia[1], noto anche come De monarchia (pronunciato De monàrchia, in latino [deː moˈnarkiaː], "Sulla monarchia"), è un saggio politico in latino di Dante Alighieri, diviso in tre trattati.
Con questo testo il poeta volle intervenire su uno dei temi più "caldi" della sua epoca: il rapporto tra il potere temporale (rappresentato dall'imperatore) e l'autorità religiosa (rappresentata dal papa). Dante, dalla sua posizione di guelfo moderato (appartenente alla corrente dei "bianchi", che, pur sostenendo generalmente il papa, aveva lottato contro la corrente dei "neri" per difendere l'autonomia del Comune fiorentino dalle pretese temporali di Bonifacio VIII), aderisce alla teoria dei due soli e afferma che i due poteri dispongono di dignità autonome perché riferite ad ambiti diversi.
Dante sostiene la necessità di coesistenza tra papa e imperatore, dovendo quest'ultimo comunque mostrare reverentia verso il primo (essendo il potere spirituale più nobile di quello temporale sul piano morale, senza però esserne l'origine della legittimità politica). Per il pensatore fiorentino, inoltre, entrambi i poteri dovevano avere la loro sede in Italia, in particolare a Roma.
Secondo la cronologia più accreditata il De Monarchia fu composto negli anni 1312-13, cioè al tempo della discesa di Enrico VII di Lussemburgo in Italia; secondo altri, bisognerebbe anticipare almeno al 1308 la data di composizione; altri ancora, infine, posticipano la composizione del trattato al 1318, pochi anni prima della morte dell'autore (1321).