Le monocotiledoni sono un raggruppamento di piante angiosperme caratterizzate da un embrione dotato di un solo cotiledone (o foglia embrionale). Questo carattere le differenzia dalle dicotiledoni, che tipicamente possiedono due cotiledoni.
Il raggruppamento figurava come Monocotyledoneae nel sistema Engler[1], come Monocotyledones nella classificazione di Wettstein[2][3] e come Liliopsida nel sistema Cronquist[4][5]. La moderna classificazione APG IV riconosce il clade monocotiledoni come raggruppamento monofiletico (in inglese monocots)[6]. Le monocotiledoni comprendono numerose piante di interesse economico e alimentare.
Sono tutte piante erbacee e sono distribuite su gran parte della biosfera. La più grande famiglia di monocotiledoni è quella delle Orchidacee (orchidee), dotate di fiori molto complessi (e sorprendenti) come adattamento all'impollinazione da parte di insetti specifici. La seconda famiglia per numero di specie, ma probabilmente la più notevole in relazione all'utilizzo umano e animale, è quella delle Poaceae (o Gramineae). Le piante che la compongono si sono evolute in una direzione differente, specializzandosi per un'impollinazione mediata dal vento; producono piccoli fiori riuniti in infiorescenze (spighe o pannocchie) ben visibili.
Le monocotiledoni sono un gruppo originatosi precocemente nella storia delle angiosperme. I fossili più antichi risalgono all'inizio del periodo Cretaceo. La loro comparsa sulla Terra ha dato origine a un nuovo bioma: la prateria. Ciò ha comportato lo sviluppo di nuovi gruppi di animali, come ad esempio gli equini.[senza fonte]