Il nazionalismo italiano è l'ideologia nazionalista che esalta l'identità storica, spirituale e territoriale degli italiani, sia su base naturalistica, sia per afflato volontaristico.[1]
Esso sostiene che gli italiani siano un popolo di cultura e lingua sostanzialmente omogenea, in quanto discendenti degli antichi romani che hanno abitato la penisola per secoli, in un periodo di unità storica dell'Italia. Il nazionalismo italiano ha storicamente aderito anche a teorie imperialistiche.[2] Le origini del nazionalismo italiano sono state spesso individuate nel Rinascimento.[3]
Il nazionalismo italiano tornò prepotentemente in auge negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale, con la ripresa del colonialismo e con le pretese irredentiste verso alcuni territori italofoni ancora sotto il dominio dell'Austria-Ungheria, costituendo nel 1910 un partito politico, l'Associazione Nazionalista Italiana, con leader Enrico Corradini. Fu poi uno dei tratti distintivi del regime fascista.
Oggi sopravvive in alcuni partiti di destra e, a livello culturale, come sentimento di generico patriottismo diffuso non in modo uniforme, stimolato talvolta da eventi di cronaca, politica o sport.[4]
Questa idea ha sovente incontrato l'opposizione di movimenti organizzati riconducibili all'autonomismo e indipendentismo, propugnatori di tesi che hanno apertamente sfidato la nozione di una unitaria identità italiana. Vi sono state spinte centrifughe di tipo regionalista in Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto.[5]
Prima e dopo l'unità d'Italia, diversi movimenti legati alle identità territoriali (vedansi per esempio il sardismo, strutturatosi definitivamente già in occasione della "Fusione Perfetta" del 1848, e il sicilianismo, proiettatosi contro i Borbone e in seguito i Savoia) misero in discussione il piano della cosiddetta "piemontesizzazione" dello Stato guidato dal Regno di Sardegna, criticato anche da alcuni nazionalisti non monarchici.[6]
Lo sviluppo di differenti condizioni economiche, contribuenti alla definizione di un ampio divario fra un "Nord" altamente industrializzato e un "Sud" marcatamente agricolo, ha messo a dura prova la costruzione dell'attuale identità italiana.[7] Tale divario economico, negli anni ottanta, ha provocato il sorgere di movimenti quali il cosiddetto padanismo[8] e il neoborbonismo.
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