La neutralità di questa voce o sezione sull'argomento politica è stata messa in dubbio.
Motivo: la voce è palesemente apologetica dell'ideologia fascista e neofascista. In particolare la negazione del suprematismo razziale (che non è caratteristica di tutti i fascismi ma non è affatto inesistente come qui sostenuto) è una vera e propria falsificazione propagandistica. Inoltre manca qualsiasi accenno alle acclarate (anche in sede giudiziaria) collusioni tra neofascismo e strategia stragistica della tensione (strage di Piazza Fontana, Bologna) e alla diffusissima violenza neofascista a sfondo razziale.
Per contribuire, correggi i toni enfatici o di parte e partecipa alla discussione. Non rimuovere questo avviso finché la disputa non è risolta. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
Il neofascismo è un insieme di movimenti sociali o politici nati dopo la seconda guerra mondiale con l'intento di rianimare e attuare, parzialmente o totalmente, l'ideologia fascista.
Diversi regimi politici del secondo dopoguerra sono stati definiti come neofascisti per la loro attitudine autoritaria e ultranazionalista e talvolta per le loro simpatie verso l'ideologia e le caratterizzazioni del fascismo. Il termine post-fascismo, è nato come definizione per riferirsi a diversi governi e partiti politici tuttora esistenti in diversi paesi europei che pur mantenendo un approccio e un'ideologia legata al neofascismo, praticano un revisionismo del passato, rifiutando ufficialmente l'autoritarismo e la dittatura, partecipando a politiche costituzionali, democratiche, parlamentari e liberali[20][21].
^Renzo De Felice, Intervista sul fascismo, Editori Laterza, pagg. 98-106. Testualmente: "Se guardiamo agli esponenti del radicalismo di destra dobbiamo chiederci: quali sono i loro maestri ideali? Quali i modelli a cui si rifanno? Si rifanno a Mussolini? Molto vagamente: si rifanno a Mussolini come si rifanno a Garibaldi. Sarà una battuta di spirito, ma è così: tutti gli italiani si rifanno a Garibaldi. E tutti quelli che sono contrari a un certo sistema democratico, si rifanno a Mussolini. Ma è un fatto del tutto esterno. E non si rifanno nemmeno all'esperienza fascista italiana, perché è una esperienza sostanzialmente fallimentare, non solo per la guerra perduta, ma anche per l'incapacità che il fascismo italiano ha dimostrato di creare uno Stato fascista vero. I maestri a cui si rifanno sono altri: sono Evola, Codreanu e i nazisti veri e propri (...)"