Nistatina | |
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Caratteristiche generali | |
Massa molecolare (u) | 926.09 |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 215-749-0 |
Codice ATC | A07 D01 G01 |
PubChem | 14960 |
DrugBank | DBDB00646 |
Proprietà chimico-fisiche | |
Solubilità in acqua | [1] |
Indicazioni di sicurezza | |
Frasi H | --- |
Consigli P | --- [2] |
La nistatina è un antibiotico, ad attività antimicotica, inibitore delle funzioni della membrana citoplasmatica e facente parte del gruppo dei polieni. Il composto è derivato da un batterio, lo Streptomyces noursei. È stato identificato per la prima volta nel 1950, da parte di due studiosi, Rachel Fuller Brown e Elizabeth Lee Hazen. Molte infezioni causate da muffe e lieviti sono sensibili alla nistatina, in particolare quelle sostenute da germi del genere Candida. Poiché l'antibiotico viene assorbito solo per il 20%, il suo impiego si limita alla terapia delle micosi cutanee e delle mucose (ad esempio quella esofagea), e in particolare alle candidosi dell'apparato digerente, respiratorio e genitale. In Italia è venduto dalla società farmaceutica Bristol-Myers Squibb con il nome commerciale di Mycostatin nella forma farmaceutica di sospensione orale contenente 100.000 UI/mL di principio attivo. È inoltre disponibile in confetti contenenti 500.000 U.I. ciascuno. La sospensione si è rivelata particolarmente utile nel trattamento delle esofagiti da candida in soggetti immunodepressi (trapiantati e pazienti affetti da AIDS in particolare). In commercio esiste anche una formulazione per uso topico vaginale, in associazione con il nifuratel (antibiotico della classe dei nitrofurani). Questa formulazione garantisce uno spettro particolarmente ampio, utile per le infezioni di tipo misto del tratto genitale femminile.[1][3][4]