Nomina sacra

Due nomina sacra, ΙΥ (Ἰησοῦ, Gesù) e ΘΥ (Θεοῦ, Dio), nel testo di Giovanni 1:35–37 nel Codex Vaticanus

Nomina sacra (al singolare: nomen sacrum), espressione latina che significa "nomi sacri", è un termine tecnico della paleografia che viene utilizzato per indicare una serie di nomi e titoli che nei manoscritti greci delle sacre scritture venivano scritti solitamente facendo ricorso ad abbreviazioni. L'espressione "nomina sacra" per designare il fenomeno si è diffusa in seguito alla pubblicazione del libro omonimo da parte del medievista tedesco Ludwig Traube.

Il libro di Bruce Metzger Manuscripts of the Greek Bible riporta 15 espressioni abbreviate presenti nei papiri greci: i corrispondenti greci delle parole "Dio", "Signore", "Gesù", "Cristo", "Figlio", "Spirito", "Davide", "croce", "Maria", "Padre", "Israele", "Redentore", "Uomo", "Gerusalemme" e "Paradiso". Le abbreviazioni venivano scritte con una linea sovrascritta.

Ci sono delle dispute in merito alla natura dei nomina sacra, se servivano solo come “scorciatoia” nella scrittura o se le parole sovralineate servissero a indicare il loro carattere sacro.[1]

A partire dal III secolo i nomina sacra presenti nelle iscrizioni cristiane vengono talvolta abbreviati tramite delle contrazioni grammaticali, il che porta a delle sequenze di lettere greche come IH (iota-eta), IC (iota-sigma) o IHC (iota-eta-sigma) per Gesù (greco Iēsous) e XC (chi-sigma), XP (chi-ro) e XPC (chi-rho-sigma) per Cristo (greco Christos). La "C" è la forma lunata della lettera greca sigma; sigma viene anche trascritto nell'alfabeto latino tramite la pronuncia e quindi può risultare IHS e XPS.

Questa tradizione fu importata anche nei manoscritti in cirillico. Vedere titlo per i particolari.