Una pandemia influenzale è un'epidemia di virus influenzale che si espande su scala mondiale e infetta una grande porzione della popolazione umana. A differenza delle regolari epidemie stagionali le pandemie avvengono irregolarmente, e ne compaiono circa 3 in ogni secolo[1]. Il fatto che sia dichiarata pandemia non vuol dire che sia una patologia grave, dato che tale definizione non prende in considerazione il livello di gravità[2][3]. In alcuni casi possono provocare alti livelli di mortalità, come testimoniato dalle ultime pandemie influenzali che sono avvenute nel XX e XXI secolo: l'influenza spagnola del 1918 che causò oltre 50 milioni di morti, l'influenza asiatica del 1957, l'influenza di Hong Kong del 1968, 1977 influenza russa, la febbre suina del 2009-2010 (meglio nota come malattia del Maiale)[senza fonte].
Le pandemie avvengono quando un nuovo ceppo del virus dell'influenza viene trasmesso all'uomo da un'altra specie animale. Le specie importanti nell'insorgenza di un nuovo ceppo umano sono i suini, le galline e le anatre. Questi nuovi ceppi non sono ostacolati dall'immunità delle persone che hanno contratto precedenti ceppi, e quindi si possono spargere rapidamente ed infettare moltissime persone. I virus di tipo A possono occasionalmente essere trasmessi dai volatili selvatici ad altre specie provocando focolai nel pollame domestico e potrebbero anche generare pandemie nell'uomo[4][5].
L'OMS ha avvertito che esiste un sostanziale rischio di pandemia entro i prossimi anni. Uno dei virus candidati più importanti è una variante altamente patogenica del sottotipo H5N1 del tipo A. Attualmente sono in sviluppo dei vaccini contro i sottotipi più sospettati, tra cui H5N1, H7N1 e H9N2[6].