Partito Democratico | |
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(RO) Partidul Democrat | |
Presidente |
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Stato | Romania |
Sede | Aleea Modrogan, 1, Bucarest |
Abbreviazione | PD |
Fondazione | 23 maggio 1993 |
Dissoluzione | 15 dicembre 2007 |
Confluito in | Partito Democratico Liberale |
Ideologia | |
Collocazione | Centro-sinistra (1993-2005) Centro-destra (2005-2007) |
Coalizione |
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Partito europeo | Partito del Socialismo Europeo (1999-2005) Partito Popolare Europeo (2005-2007) |
Gruppo parl. europeo | Gruppo del Partito Popolare Europeo |
Affiliazione internazionale | Internazionale Socialista (1996-2005) Internazionale Democratica Centrista (2007) |
Seggi massimi Camera | |
Seggi massimi Senato | |
Seggi massimi Europarlamento | |
Colori | |
Il Partito Democratico (in romeno Partidul Democrat, PD) è stato un partito politico rumeno.
Nato nel 1993, si richiamava alla socialdemocrazia e si presentava come il prosecutore del Fronte di Salvezza Nazionale (FSN) dell'ex primo ministro Petre Roman.
Alle elezioni del 1996 ottenne il 13%, contribuì in modo decisivo all'elezione di Emil Constantinescu alla presidenza della repubblica e fino al 2000 fece parte di una coalizione di governo insieme a diverse forze di centro-destra. Il crollo alle elezioni del 2000 (7%), tuttavia, causò della fine della presidenza di Roman, che nel 2001 fu sostituito alla guida del PD da Traian Băsescu.
Il nuovo leader riuscì a consolidare la forza del partito e a siglare un'alleanza con il Partito Nazionale Liberale, l'Alleanza Giustizia e Verità, che nel 2004 lo sostenne nella vittoriosa corsa elettorale alla presidenza della repubblica. Nuovamente al governo dal 2004 al 2007 insieme al PNL, a partire dal 2005 il partito si orientò al centro-destra, abbracciando il popolarismo.
Riprofilatosi sul piano ideologico, si ritirò dall'Internazionale socialista, di cui era membro dal 1996, e dal Partito del Socialismo Europeo, di cui era membro associato dal 1999, ed entrò nel Partito Popolare Europeo (2005) e nell'Internazionale Democratica Centrista (2007)
Da capo di Stato Băsescu fu protagonista di duri contrasti con gli alleati, che nel 2007 decisero di escludere il PD dalla maggioranza. Nel dicembre dello stesso anno fu decretata la fusione con il Partito Liberale Democratico, che segnò la nascita del successore diretto del PD, il Partito Democratico Liberale (PDL).
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