Paul Auster

Paul Auster a New York nel 2008
Premio Principe delle Asturie per la letteratura 2006
Premio Independent Spirit Awards per la miglior sceneggiatura d'esordio 1996

Paul Benjamin Auster (Newark, 3 febbraio 1947New York, 30 aprile 2024) è stato uno scrittore, saggista, poeta, sceneggiatore, regista, attore e produttore cinematografico statunitense. Residente a Brooklyn, New York[1], è conosciuto anche con gli pseudonimi di Paul Queen[2] e Paul Benjamin[3].

Protagonista della letteratura statunitense contemporanea, nonché di quella mondiale, viene ascritto al cosiddetto Postmodernismo assieme ai suoi amici e colleghi connazionali Thomas Pynchon e Don DeLillo. La sua scrittura, diretta e incisiva, capace di scandagliare le angosce e le nevrosi dell'uomo di oggi e descrivere le solitudini delle vite contemporanee, in un mondo inesplicabile spesso dominato dal caso, inserita nel panorama della letteratura postmoderna, fonde esistenzialismo, letteratura gialla e poliziesca, psicoanalisi, trascendentalismo e post-strutturalismo[4], in opere come Trilogia di New York (1987), Moon Palace (1989), La musica del caso (1990), Il libro delle illusioni (2002), Follie di Brooklyn (2005).

Era un intellettuale la cui speculazione letteraria è spesso sfociata in impegno civile e politico e che, attraverso i suoi libri, si è spesso interrogato sul futuro del suo Paese. Rientra infatti fra i compilatori degli oltre mille lemmi che costituiscono il pamphlet, Futuro dizionario d'America (The Future Dictionary of America, McSweeney's 2005) - teso a dare visibilità al malcontento da parte del movimento culturale e letterario statunitense rispetto alla leadership politica USA all'alba del terzo millennio. Nella lista dei partecipanti figurano, fra i molti altri, scrittori come Stephen King, Jonathan Franzen, Rick Moody, Joyce Carol Oates, Jeffrey Eugenides, tutti impegnati in un divertissement letterario che gioca con il futuro (guardando al presente e riflettendo sul passato prossimo). In particolare, nel pamphlet Paul Auster definisce Bush (cespuglio in lingua inglese) - presidente degli Stati Uniti d'America in carica al momento della pubblicazione del libro - come un Arbusto velenoso di una specie estinta.[5]

La sua poliedrica produzione artistica - influenzata tra gli altri autori, da Franz Kafka, Samuel Beckett, Miguel de Cervantes, Kurt Vonnegut, Albert Camus - lo ha portato alla creazione anche di importanti opere cinematografiche. Tra le più famose: Smoke, Blue in the Face e Lulu on the Bridge. Insieme a Lou Reed e Woody Allen, è stato uno dei più famosi "cantori" contemporanei della Grande Mela, creatore di un universo letterario che gira attorno alla ricerca dell'identità, del senso e del significato della propria esistenza, sia essa individuale o collettiva, storica o sociale.

  1. ^ sito ufficiale
  2. ^ Sbarcare il lunario
  3. ^ Gioco suicida
  4. ^ Per la trasversalità ai generi delle sue opere viene citato da Christopher Priest come uno dei rappresentanti più significativi di letteratura slipstream
  5. ^ Fonte: Lastampa.it Archiviato il 21 aprile 2005 in Internet Archive..