La pena di morte in Italia è stata in vigore fino al 1889,[1] con l'eccezione soltanto dell'ex Granducato di Toscana che riuscì a conservare la vigenza della legislazione abolizionista precedente all'unità.[2][3] La pena di morte fu poi reintrodotta sotto il fascismo dal 1926 al 1948 quando, in forza dell'art. 27 della Costituzione, entrata in vigore dal 1° di gennaio, essa venne esclusa «se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra». Rimase quindi contemplata nel codice penale militare di guerra, dal quale fu eliminata e sostituita dall’ergastolo nel 1994. Nel 2007, con legge di revisione costituzionale, si è eliminato dalla Costituzione il riferimento alle possibili eccezioni relative alle leggi militari.
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Semeraro
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Passano