Prefissi per multipli binari

Multipli del bit
Prefissi SI Prefissi binari
Nome Simbolo Multipli Nome Simbolo Multipli
chilobit kbit 103 kibibit Kibit 210
megabit Mbit 106 mebibit Mibit 220
gigabit Gbit 109 gibibit Gibit 230
terabit Tbit 1012 tebibit Tibit 240
petabit Pbit 1015 pebibit Pibit 250
exabit Ebit 1018 exbibit Eibit 260
zettabit Zbit 1021 zebibit Zibit 270
yottabit Ybit 1024 yobibit Yibit 280

I prefissi per multipli binari sono una serie di prefissi utilizzati per denotare multipli delle unità di misura per potenze intere di due. Vengono adoperati principalmente negli ambiti connessi alla tecnologia dell'informazione per rappresentare precisamente quantità in bit e byte, come la capacità dei dispositivi di memorizzazione o la dimensione dei file in un computer.

I primi prefissi binari vennero definiti nel 1999 dalla Commissione elettrotecnica internazionale (IEC), nello standard IEC 60027-2. Lo scopo era quello di rimpiazzare i prefissi decimali del Sistema Internazionale, comunemente utilizzati nell'industria informatica per approssimare potenze di due, con versioni più corrette.[1] Per esempio, un modulo di memoria con capacità nominale dichiarata dal produttore di 2 Megabyte, o 2 × 106 = 2000000 byte, avrebbe probabilmente una capacità reale di 2 × 220 = 2097152 byte.

In altri casi, un disco rigido con capacità nominale dichiarata dal produttore di 10 Gigabyte potrebbe avere una capacità reale di 10 × 109 = 10000000000 byte, o qualcosa in più, ma sicuramente meno di 10 × 230 = 10737418240 byte. Un file con dimensione nominale di 2.3 GB potrebbe avere una dimensione reale più vicina a 2.3 × 2302470000000 byte oppure 2.3 × 109 = 2300000000 byte, in base al programma o al sistema operativo che effettua la misura. Questo genere di ambiguità è spesso fonte di confusione per gli utenti e in passato ha portato all'apertura di contenziosi legali con i produttori.[2][3]

Le raccomandazioni della norma IEC 60027-2 sono state incorporate nello standard ISO 80000 e vengono promosse anche da altri enti di normazione, come il NIST,[4][5] l'Unione europea ed il Comitato internazionale dei pesi e delle misure (BIPM), che definisce il Sistema internazionale di unità di misura.[6]

Prima dello standard del 1999, alcune organizzazioni industriali, come il JEDEC, hanno tentato di ridefinire i termini kilobyte, megabyte e gigabyte e i simboli corrispondenti KB, MB e GB in modo da rispecchiare l'interpretazione binaria per l'uso nelle misure di capacità di memoria. Tuttavia, altri settori dell'industria informatica, come quello dei supporti di memorizzazione magnetica, hanno continuato ad usare gli stessi termini e simboli con il significato decimale. Da allora le principali organizzazioni di normazione hanno espressamente disapprovato l'uso dei prefissi SI per denotare multipli binari, e raccomandato o imposto l'uso dei prefissi IEC allo scopo, ma l'uso improprio dei prefissi SI ha continuato a persistere in alcuni campi.

Anche se i prefissi binari vengono quasi sempre usati con le unità di informazione, essi potrebbero essere usati con qualsiasi altra unità di misura, a convenienza. Per esempio, nell'elaborazione dei segnali potrebbe emergere la necessità di multipli binari dell'unità di frequenza (Hertz), come il kibihertz (KiHz), pari a 1024 Hz.[7][8]

  1. ^ BIPM 2006, p. 127.
  2. ^ (EN) Order Granting Motion to Dismiss (PDF), su courthousenews.com, United States District Court for the Northern District of California. URL consultato il 24 gennaio 2020.
  3. ^ (EN) Case No. 20-15287. Dinan v. SANDISK LLC, su scholar.google.com, United States Court of Appeals, Ninth Circuit., 11 febbraio 2021.
  4. ^ SI prefixes, su physics.nist.gov, NIST, 13 gennaio 2010. URL consultato il 3 aprile 2017.
  5. ^ International System of Units (SI): Prefixes for binary multiples, su physics.nist.gov, NIST. URL consultato il 9 settembre 2007.
  6. ^ BIPM 2006, p. 121.
  7. ^ (EN) Patent WO2012098399A2 – Low-power oscillator, su Google Patents. URL consultato il 23 giugno 2016.
  8. ^ (EN) Michael A. Ainslie, Michele B. Halvorsen e Stephen P. Robinson, A terminology standard for underwater acoustics and the benefits of international standardization, in IEEE Journal of Oceanic Engineering, vol. 47, n. 1, IEEE, gennaio 2022 [9 novembre 2021], pp. 179–200, Bibcode:2022IJOE...47..179A, DOI:10.1109/JOE.2021.3085947, ISSN 0364-9059 (WC · ACNP) (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2022).