Presidenza John Fitzgerald Kennedy | |
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Ritratto ufficiale del presidente Kennedy | |
Stato | Stati Uniti |
Capo del governo | John Fitzgerald Kennedy (Partito Democratico) |
Giuramento | 20 gennaio 1961 |
Governo successivo | Lyndon B. Johnson 22 novembre 1963 |
«Nessuno era mai arrivato così giovane alla Casa Bianca e nessuno vi era mai giunto con un divario così risicato di suffragi rispetto all'avversario: poco più di 100 mila voti su 69 milioni di votanti. Fu il primo presidente nato nel XX secolo. Mai un cattolico era stato eletto prima di lui[1].»
La presidenza di John Fitzgerald Kennedy ebbe inizio il 20 gennaio del 1961 quando il presidente eletto degli Stati Uniti d'America partecipò alla cerimonia d'inaugurazione e insediamento del presidente degli Stati Uniti d'America, per terminare bruscamente e in maniera tragica il 22 novembre del 1963 dopo il suo assassinio. Il 35º presidente degli Stati Uniti d'America rimase in carica per un periodo di 1.036 giorni, esattamente un secolo dopo la presidenza di Abraham Lincoln.
Esponente di punta del Partito Democratico subentrò alla presidenza di Dwight D. Eisenhower, eroe della seconda guerra mondiale, a seguito delle elezioni presidenziali nel 1960 in cui riuscì a sconfiggere, seppur di strettissima misura, il concorrente del Partito Repubblicano Richard Nixon, Vicepresidente degli Stati Uniti d'America uscente. Gli succederà il vicepresidente Lyndon B. Johnson il quale assumerà l'ufficio immediatamente dopo l'attentato mortale dando così avvio alla Presidenza Lyndon Baines Johnson.
Kennedy fu la prima persona nata nel XX secolo (1917) a diventare presidente[2] - lo seguiranno Lyndon Baines Johnson (1908); Ronald Reagan (1911); Richard Nixon (1913) e Gerald Ford (1913)[3] - e, all'età di 43 anni, il presidente eletto più giovane ad assumere la carica nell'intera storia degli Stati Uniti d'America[4][5] (Theodore Roosevelt era di 9 mesi più giovane quando dovette assumere l'ufficio a seguito dell'assassinio di William McKinley il 14 settembre 1901, ma non conquistò i voti popolari fino alle elezioni presidenziali del 1904 quando aveva già 46 anni[3]).
Fu anche il primo presidente eletto affiliato alla Chiesa cattolica negli Stati Uniti d'America[6]. Svolse un ruolo di primo piano nel portare la politica americana nell'era moderna dei mezzi di comunicazione di massa in quanto la sua capacità di usare la televisione fornì un modello di Campagna elettorale che parlava direttamente agli elettori; la sua presidenza mediatica indebolì notevolmente il potere del clientelismo all'interno degli organismi partitici[7][8].
L'epoca Kennedyana fu segnata dalle tensioni sempre ben presenti della guerra fredda con l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e in special modo con Cuba. Un fallito tentativo d'invasione della baia dei Porci a Sud dell'isola venne effettuato nell'aprile del 1961 con l'intento dichiarato di rovesciare il governo comunista di Fidel Castro che aveva preso il potere nel 1959 grazie alla rivoluzione cubana. L'amministrazione in seguito respingerà i piani congiunti dei Capi di stato maggiore volti a orchestrare atti terroristici fasulli sul suolo americano sotto copertura con lo scopo d'indurre all'approvazione da parte dell'opinione pubblica di un'eventuale guerra contro il regime cubano (vedi Operazione Northwoods).
Nell'ottobre del 1962 venne scoperto che i missili balistici sovietici stavano per essere dispiegati in forza a Cuba; il periodo di estrema tensione internazionale che ne risultò - denominato crisi dei missili di Cuba - viene visto da un gran numero di storici e analisti politici come il più vicino alla deflagrazione di una guerra nucleare globale che la specie umana abbia mai avuto nel corso della storia, con belligeranti armati di ordigni atomici da entrambe le parti.
Per contenere l'espansione comunista nel Sud-est asiatico Kennedy diede il via all'aumento del numero dei consiglieri militari americani nel Vietnam del Sud di un fattore di 18 volte superiore rispetto al suo immediato predecessore; un'ulteriore escalation del ruolo americano nel fronte della guerra del Vietnam avrà luogo e si verificherà sempre più speditamente solo dopo la morte del presidente.
Nel campo della politica interna formulò proposte audaci nella sua agenda della "Nuova Frontiera", ma ben poche di esse risultarono alla fine approvate dal Congresso degli Stati Uniti d'America. Istituì i Peace Corps e accelerò la corsa allo spazio. Kennedy intraprese inoltre iniziative a sostegno del movimento per i diritti civili degli afroamericani, ma solamente dopo la sua scomparsa la proposta di un disegno di legge sui diritti civili verrà approvata e fatta promulgare come Civil Rights Act (1964).