Pupilla

Pupilla dell'iride umano

La pupilla (dal latino pupilla, propr. dim. di pupa "bambola, bambina"; per la piccola immagine che vi si vede riflessa)[1] in anatomia è il foro di diametro variabile situato al centro dell'iride oculare e da esso regolato, che determina la quantità di luce permessa all'interno del bulbo e dunque sulla retina. Le sue dimensioni vengono regolate automaticamente, in base all'intensità luminosa ambientale, dall'apparato di muscoli che dipendono del sistema neurovegetativo: quindi, in un ambiente buio, i muscoli dilatano la pupilla (midriasi) per ricevere maggior quantità di luce, mentre al contrario, in ambienti fortemente illuminati i muscoli tenderanno a restringela (miosi).

Funzionamento del diaframma

Il funzionamento è esattamente come avviene in un obiettivo fotografico, quando viene aperto o chiuso il diaframma (più o meno automaticamente). E se nell'occhio umano, questo movimento è abbastanza visibile, negli animali notturni e nei predatori è particolarmente accentuato.

La pupilla, in ottica è riferita alla porzione (in genere circolare) del fascio di luce (supposto proveniente da una sorgente posta a distanza infinita) che può attraversare un sistema ottico (pupilla di entrata), che negli obiettivi semplici coincide con la lente frontale (quasi mai in quelli complessi), oppure con il foro del diaframma; tuttavia, è spesso più importante la pupilla di uscita, che in teoria è l’immagine della pupilla di entrata, prodotta dal sistema ottico, ma è quella che ne determina la luminosità (soprattutto nei sistemi complessi reali).[1]

  1. ^ a b pupilla² - Treccani, su Treccani. URL consultato il 25 febbraio 2024.