Radiazione ultravioletta

La principale fonte di luce ultravioletta sulla Terra è il Sole. Nella foto, un'immagine a falsi colori ripresa nello spettro dell'ultravioletto lontano

In fisica, la radiazione ultravioletta [comp. di ultra- (dal latino, oltre, superiore) e violetto (la frequenza della luce color violetto)][1], spesso abbreviata in UV e anche conosciuta come raggi UV o luce UV, è considerata la radiazione dello spettro elettromagnetico compresa tra la luce visibile e i raggi X, con una banda di frequenze superiori al violetto, da circa 7,5∙1014 a 7,5∙1016 Hz (estesa per meno di 7 ottave) e con le rispettive lunghezze d'onda da circa 400 a 4 nm.[2] La radiazione ultravioletta costituisce circa il 10% della luce emessa dal Sole e viene inoltre prodotta da gas ionizzati e particolari lampade (lampade a vapori di mercurio e lampade di Wood).

I raggi UV sono invisibili agli occhi umani, che normalmente non percepiscono la luce con lunghezza d'onda inferiore ai 390 nm. Tuttavia, ci sono delle eccezioni: in determinate condizioni, bambini e ragazzi riescono a percepire l’ultravioletto fino a 310 nm.[3][4] Il cristallino, in generale, filtra le frequenze UV-B o maggiori, ma persone affette da patologie come l'afachia (assenza del cristallino) possono vedere anche nella banda UV. La radiazione UV vicina alle lunghezze d'onda visibili per l'uomo, può essere vista dagli insetti,[5] da alcuni mammiferi e da molti uccelli.

La radiazione UV è fortemente attinica, possiede un grande potere ionizzante e fotoelettrico, dà luogo a fluorescenza e fosforescenza in varie sostanze, e ha notevoli effetti biologici, tra i quali l’alterazione della struttura del DNA.[1] Le UV a maggiore lunghezza d’onda (da ~ 200 a 400 nm), possono causare reazioni chimiche, come bagliori o i fenomeni di fluorescenza.

Gli effetti biologici degli UV, dovuti alla loro interazione con molecole organiche, sono responsabili dei fenomeni quali la abbronzatura, le efelidi e gli eritemi solari; inoltre rappresentano la causa principale di tumori della pelle. Qualsiasi organismo vivente verrebbe seriamente danneggiato dai raggi UV provenienti dal Sole, se una buona parte della radiazione non fosse filtrata dall'atmosfera terrestre. Una corta lunghezza d’onda degli ultravioletti, inferiore ai 121 nm, ionizza l’aria in modo così rapido da essere assorbita quasi totalmente, prima che raggiunga il suolo. D'altronde l’ultravioletto è anche responsabile del rafforzamento delle ossa, partecipando alla formazione della vitamina D, nella maggior parte dei vertebrati terrestri[6], quindi l'UV ha effetti sia benefici sia dannosi per la salute dell’uomo (dipende molto dalla dose).

  1. ^ a b ultraviolétto - Treccani, su Treccani. URL consultato il 14 maggio 2024.
  2. ^ ultravioletto - Treccani, su Treccani. URL consultato il 14 maggio 2024.
  3. ^ (EN) David K. Lynch e William Charles Livingston, Color and Light in Nature, 2nd, Cambridge, UK, Cambridge University Press, 2001, p. 231, ISBN 978-0-521-77504-5.
    «Limits of the eye's overall range of sensitivity extends from about 310 to 1050 nanometers»
  4. ^ (EN) Madhab Chandra Dash e Satya Prakash Dash, Fundamentals Of Ecology 3E, Tata McGraw-Hill Education, 2009, p. 213, ISBN 978-1-259-08109-5.
    «Normally the human eye responds to light rays from 390 to 760 nm. This can be extended to a range of 310 to 1,050 nm under artificial conditions.»
  5. ^ (EN) Alessandro Barghini e Bruno Augusto Souza de Medeiros, UV Radiation as an Attractor for Insects (PDF), in LEUKOS JULY 2012 PAGES 47–56, vol. 9, n. 1 (archiviato il 31 ottobre 2018).
  6. ^ (EN) Matthias Wacker e Michael F. Holick, Sunlight and Vitamin D, in Dermato-endocrinology, vol. 5, n. 1, 1º gennaio 2013, pp. 51-108, DOI:10.4161/derm.24494, ISSN 1938-1972 (WC · ACNP), PMC 3897598, PMID 24494042.