Nell'ambito della corrente filosofica del realismo, che sostiene l'esistenza di una realtà indipendente dai nostri schemi concettuali, dalle nostre pratiche linguistiche, dalle nostre credenze, si distingue la posizione del realismo critico teorizzata da sei filosofi statunitensi (D. Drake, Arthur Oncken Lovejoy, J. B. Pratt, A. K. Rogers, Roy Wood Sellars, Charles Augustus Strong) e uno spagnolo George Santayana[1] i quali collaborarono a descrivere i principi teorici della loro concezione nell'opera Saggi di realismo critico (1920), scritta in opposizione alle tesi dei neorealisti e degli idealisti.