In geologia, per rift (in inglese: «frattura, spaccatura») si intende una regione in cui la crosta terrestre e la litosfera si trovano in condizioni tettoniche distensive e vengono separate sotto l'azione di forze di trazione generate dai movimenti convettivi del mantello terrestre sottostante.[1] Caratteristiche tipiche sono la presenza di sistemi di faglie distensive, con andamenti lineari che strutturalmente suddividono la regione in blocchi relativamente abbassati, i graben[2], interposti fra blocchi relativamente rialzati, gli horst[3], delineando una rift valley caratterizzata da fagliamento normale parallelo ai fianchi sollevati su ciascun lato, con possibile presenza di faglie listriche che tendono a far basculare i blocchi con l'aumentare della separazione fra i margini dell'area a causa dell'espansione del rift.
L'asse dell'area di rift contiene comunemente rocce vulcaniche e il vulcanismo attivo è parte di molti, ma non di tutti, i sistemi attivi di rift. I rift, solitamente impostati in aree continentali, possono indicare la fase incipiente di una situazione di separazione crostale, a cui può seguire la creazione di un margine di placca distensivo con l'evoluzione ad una condizione di dorsali oceaniche, dove si crea una nuova crosta oceanica e una nuova litosfera per l'espansione del fondale oceanico e la divisione di una placca tettonica in due placche in separazione.
I rift abortiti sono fratture antiche o moderne dove la formazione di rift continentali è iniziata ma non è continuata. Tipicamente la transizione dalla formazione di rift all'allargamento si sviluppa in presenza di tre rift che convergono su un punto caldo. Due di questi evolvono fino all'allargamento del fondale marino, mentre il terzo alla fine abortisce, divenendo un aulacogeno.