Risiera di San Sabba campo di concentramento | |
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Nome originale | Stalag 339, KZ Risiera di San Sabba |
Stato | Italia |
Stato attuale | Italia |
Città | Trieste |
Attività | 1943-1945 |
Uso precedente | stabilimento per la pilatura del riso |
Gestito da | Schutzstaffel |
Comandanti | Joseph Oberhauser |
Inceneritori | 1 |
Tipo prigioniero | |
Vittime | 3 000-5 000 |
Proprietario attuale | Comune di Trieste |
Visitabile | si |
Sito web | risierasansabba.it/ |
Campo di concentramento Risiera di San Sabba | |
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Ingresso alla Risiera di San Sabba | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Trieste |
Indirizzo | via Giovanni Palatucci 5 e Via Giovanni Palatucci 5, 34148 Trieste |
Coordinate | 45°37′15.6″N 13°47′20.4″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Monumento nazionale - museo storico |
Istituzione | Monumento nazionale: 1965 Museo civico: 1975 |
Proprietà | Comune di Trieste |
Visitatori | 79 111 (2022) |
Sito web | |
La Risiera di San Sabba fu un campo di concentramento nazista istituito a Trieste ufficialmente come campo di detenzione di polizia (Polizeihaftlager), unico ad essere dotato di un forno crematorio in tutto il territorio italiano. Servì in particolare ad eliminare gli appartenenti alla Resistenza operanti nel Litorale adriatico (Operationszone Adriatisches Küstenland - OZAK), ma altrettanto importante fu la sua funzione di campo di transito per gli ebrei della regione destinati ai campi di sterminio. Fu un luogo tipico del sistema di terrore nazista, atto da un lato a realizzare la soluzione finale della questione ebraica e a reprimere i cosiddetti "ribelli" (quelli che i tedeschi chiamavano Banditen), dall'altro a sfruttare sistematicamente la popolazione civile[1].
Oltre ai prigionieri uccisi sul posto o deportati, vi furono rinchiusi anche i civili catturati nei rastrellamenti o destinati ai lavori forzati. L'ammontare complessivo delle vittime di San Sabba è stato ed è tuttora oggetto di discussione: le stime vanno da un minimo di 2000 persone[2][3] a un massimo di 5000 (anche se quest'ultima stima è considerata "improbabile")[4], avvelenate dai gas di scarico dei mezzi di trasporto, abbattute con corpi contundenti o - meno frequentemente, secondo le testimonianze processuali - uccise con armi da fuoco[5]. Circa 1450 ebrei deportati dall'OZAK passarono dalla Risiera: di questi solo una ventina fece ritorno. Di 28 ebrei invece è stata accertata l'uccisione all'interno del Lager in quanto considerati non in grado di affrontare il trasporto perché vecchi o malati[6].
Nel 1965 la Risiera è stata dichiarata monumento nazionale, e nel 1975 è divenuta museo civico.[7][8]