Rivoluzione altamurana parte della Repubblica Napoletana (1799) e delle guerre rivoluzionarie francesi | |||
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Monumento ai martiri della Rivoluzione del 1799 di Arnaldo Zocchi,[1] eretto durante le celebrazioni del primo centenario della rivoluzione (1899) e situato in piazza del Duomo | |||
Data | 8 febbraio - 10 maggio 1799 | ||
Luogo | Altamura, Puglia | ||
Causa | Autonomia repubblicana della città e innalzamento dell'albero della libertà in piazza Duomo | ||
Esito | Vittoria dell'Esercito della Santa Fede | ||
Modifiche territoriali | nessuna | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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«Sono appena trascorsi 63 anni dal maggio 1799, ed io posso assicurarla senza tema di esser contraddetto che passeranno ancor molti anni e molti secoli prima che quella gloriosa memoria si cancelli dall'animo de' cittadini altamurani. È una tradizione sacra, una tradizione di famiglia che di padre in figlio si tramanderà ai più tardi nepoti, perché non vi ha un solo altamurano che non possa dire: i miei avi presero un'arma contro i satelliti della tirannide e caddero perché la forza brutale li vinse, perché non era ancor sorto per tutti il sole della libertà.»
La Rivoluzione altamurana ebbe luogo nella città pugliese di Altamura nel 1799 prendendo spunto dalla nascita della Repubblica Napoletana fondata sui principi di libertà, uguaglianza e fraternità, ispirati dalla Rivoluzione francese.
A febbraio del 1799 giunse ad Altamura la notizia che il re era fuggito a Palermo. La popolazione altamurana, allora, si riorganizzò e abbracciò gli ideali propagandati dai francesi e dalla Rivoluzione francese e l'8 febbraio, in piazza del mercato (l'odierna piazza Duomo) fu anche piantato l'albero della libertà. Nel frattempo si avvicinò l'esercito della Santa Fede capeggiato dal cardinale Fabrizio Ruffo determinato a ristabilire il Regno di Napoli e la dinastia dei Borbone, il quale lasciò Matera e arrivò alle porte di Altamura il 9 maggio 1799. Altamura nel frattempo si era preparata per lo scontro, chiudendo le porte secondarie della città, fondendo le campane delle chiese per nuovi cannoni[6] e preparando munizioni. Il 9 maggio si consumò lo scontro, ma presto le munizioni degli altamurani cominciarono a esaurirsi e gli altamurani cominciarono a sparare monete e rottami; questo fece capire a Ruffo che la situazione all'interno della città era critica e che non sarebbero durati a lungo. La notte del 9 maggio 1799, la maggior parte degli altamurani, ricevuto l'ordine di evacuare dalla Municipalità, riuscì a scappare da porta Bari.
La mattina del 10 maggio i sanfedisti entrarono ad Altamura saccheggiandola e trucidando un numero imprecisato di altamurani che vi erano rimasti; la permanenza dei sanfedisti e di Ruffo nella città durò 14 giorni, durante i quali la popolazione altamurana gradualmente ritornò e alcuni altamurani furono uccisi o incarcerati. La situazione si era già ristabilita alla fine di maggio 1799 e Altamura vide così tramontare il suo sogno di libertà.[7]
Il numero di morti sanfedisti fu stimato in 1400 persone, mentre non è chiaro quanti siano morti tra gli altamurani. Alcuni storici stimano le perdite degli altamurani nell'ordine di una quarantina o di un centinaio, mentre altri storici considerano probabile che molti altamurani o giacobini forestieri non siano stati riconosciuti e siano stati contati come sanfedisti. In tal caso, il numero di morti tra gli altamurani e i repubblicani sarebbe ben più alto.[8]
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