Il termine screening è un anglicismo usato in medicina per indicare un protocollo di indagini diagnostiche applicate su vasta scala, utilizzato per identificare in una popolazione soggetti con una patologia o che sono a rischio di svilupparla.[1] Lo stesso concetto può essere espresso con il termine depistaggio[2]
A differenza degli esami clinici eseguiti a scopo diagnostico e terapeutico, le procedure dello screening prevedono che gli esami medici siano eseguiti a tappeto su tutta la popolazione, o su un solo sesso o su soggetti ad aumentato rischio di sviluppare una determinata malattia, ma in ogni caso su individui che normalmente non hanno alcun sintomo né segno clinico di malattia.
Si differenzia lo screening dalla diagnosi precoce, che invece mira ad individuare nella popolazione, il più precocemente possibile, i soggetti affetti da una patologia.
Esempi storici di applicazione di procedure di screening sono il test cutaneo noto come reazione di Mantoux, impiegato per rilevare l'esposizione alla tubercolosi; i test di screening prenatale con la misura della translucenza nucale per le malattie cromosomiche del feto; la misurazione della proteina alfa-fetoproteina nelle donne incinte per rilevare alcune anomalie fetali; gli screening oncologici per diagnosticare il cancro nelle sue fasi più precoci, per esempio impiegando il Pap test per scoprire il carcinoma della cervice uterina, oppure la mammografia per diagnosticare il tumore della mammella.
Negli Stati Uniti la maggior parte dei sistemi scolastici pubblici esegue delle indagini a tappeto periodiche per rilevare eventuali deficit dell'udito e della vista, problemi dentari e problemi osteologico-posturali come la scoliosi.