Nella storia della musica, la scuola bolognese fu il gruppo di compositori attivi a Bologna nella seconda metà del Seicento e nella prima metà del Settecento. La loro musica, definita come Barocco bolognese o Barocco padano, fece convergere sulla città anche musicisti non bolognesi e si affiancò alla scuola veneziana, a quella romana e a quella napoletana nella grande tradizione della musica barocca in Italia. I suoi più importanti esponenti furono Bassani, Cazzati, Colonna, Corelli, Franceschini, Gabrielli, Jacchini, Perti, Torelli, G.B. Vitali e T.A. Vitali, il cui operato va associato alle tradizioni strumentali della cappella musicale di San Petronio.
Influente per la prosperità della scuola furono anche istituzioni come l'Accademia Filarmonica di Bologna ed editori quali Giacomo Monti e la famiglia Silvani. Il nome della scuola è prevalentemente legato alla musica sacra e in particolare alla nascita e diffusione del concerto, del concerto grosso, del concerto solista e della sonata, favorendo la differenziazione di quest'ultima in sonata da chiesa e sonata da camera, generi in cui Giovanni Battista Vitali e Arcangelo Corelli si distinsero per originalità. La scuola eccelse nella scrittura per tromba e archi, specialità bolognese, ma fu soprattutto decisiva nello sviluppo del concerto solista, tradizionalmente inventato da Torelli come genere praticato con costanza e perfezionato dalla scuola romana sulle orme di Corelli, e nella nascita di una delle prime scuole violinistiche, quella di Corelli, che influenzò enormemente la tecnica dello strumento e la produzione per esso durante tutto il Settecento. L'esperienza di Giovanni Battista Martini, il musicista bolognese più famoso in assoluto del Settecento, può essere considerata un'ultima appendice della scuola compositiva cittadina, che le conferirà i caratteri tipici della profondità contrappuntistica, della classica forbitezza di stile, e dell'eclettismo di indirizzi estetici.