Seconda crociata

Seconda crociata
parte delle Crociate
Cartina storica che riassume gli spostamenti degli europei compiuti nell'ambito della seconda crociata per raggiungere la Terra santa
Data11471150
LuogoPenisola iberica, Vicino Oriente (Anatolia, Levante, Palestina), Egitto
Casus belliCaduta della Contea di Edessa
Esito
  • Fallimento nel ristabilire la Contea di Edessa
  • Trattato di pace tra l'Impero bizantino e il Sultanato di Iconio
  • Inizio dell'avanzata dei crociati in Egitto
Modifiche territorialiStatus quo ante bellum
Schieramenti
Cristiani:

Stati crociati

Ordini religiosi cavallereschi

Regno di Francia

Sacro Romano Impero

Impero bizantino

Regno d'Inghilterra

Regno di Sicilia
Stato della Chiesa


Fronte occidentale:

Regno del Portogallo
Regno di Castiglia
Conti di Barcellona
Regno di León
Regno di Francia
Repubblica di Genova
Repubblica di Pisa
Musulmani:

Impero selgiuchide

Califfato fatimide


Fronte occidentale:

Almoravidi

Comandanti
Effettivi
> 20 000 tedeschi,[1] secondo stime più generose poco sotto i 70 000[2]

15 000 francesi[1]

~600-700 sabaudi[3]
Voci di guerre presenti su Wikipedia

La seconda crociata (1147-1150) fu la seconda più imponente spedizione crociata, successiva a quella del 1096, condotta dall'Europa contro l'Islam. Fu la diretta conseguenza della caduta della contea di Edessa avvenuta nel dicembre del 1144, per opera dell'atabeg Zengī (arabo ʿImād al-Dīn Zengī) di Aleppo e Mawṣil - che, con la città anatolico-mesopotamica di Ḥarrān, erano i centri più significativi della regione che gli Arabi chiamavano Giazira (letteralmente "l'isola") - solo nominalmente dipendente dai Selgiuchidi e, ancor più simbolicamente, dal Califfo abbaside. La contea di Edessa venne creata nel 1098 durante la prima crociata (1096-1099) dal futuro re Baldovino di Boulogne come primo Stato crociato, che sarà in seguito anche il primo a cadere.

La seconda crociata fu annunciata dal papa Eugenio III e fu la prima a essere guidata da regnanti europei, ovvero Luigi VII di Francia e Corrado III di Svevia, coadiuvati da numerosi altri nobili. Gli eserciti dei due re marciarono separatamente per tutta l'Europa e, dopo avere attraversato il territorio bizantino in Anatolia, vennero entrambi sconfitti dai turchi Selgiuchidi. La principale fonte storiografica cristiana occidentale, rappresentata dalle cronache di Oddone di Deuil, e le fonti cristiane siriache, raccontano che l'imperatore bizantino Manuele I Comneno avrebbe operato segretamente per ostacolare l'avanzata dei Crociati, in particolare durante il loro passaggio in Anatolia, dove (secondo tali fonti) avrebbero deliberatamente suggerito ai Turchi di attaccarli. Luigi VII e Corrado III, con i resti dei loro eserciti in rotta, raggiunsero Gerusalemme e, nel 1148, si lanciarono in uno sconsiderato attacco e un non riuscito assedio a Damasco. La crociata si concluse così con il completo fallimento dei cristiani e con il rafforzamento dei musulmani, un epilogo che contribuì all'assedio di Gerusalemme, che avvenne circa quarant'anni più tardi (1187), e alla conseguente proclamazione della terza crociata alla fine del XII secolo.

L'unico successo cristiano arrivato nel contesto della seconda crociata, ma non organicamente legato a essa, si ebbe da un esercito di 13.000 confratelli Fiamminghi, Frisoni, Normanni, Inglesi, Scozzesi e Tedeschi che, nel 1147, viaggiando dall'Inghilterra in nave verso la Terra santa, si fermarono ad aiutare il piccolo esercito (circa settemila soldati) portoghese nella conquista di Lisbona riuscendo a espellere i suoi abitanti musulmani che occupavano le aree definite poi portoghesi da più di 400 anni (711).

  1. ^ a b Grillo, 2016, p. 38.
  2. ^ Richard, 1999, p. 261.
  3. ^ Gianni Oliva, I Savoia: Novecento anni di una dinastia, Mondadori, 1998, p. 66, ISBN 978-88-04-42513-7.