Segregazione razziale

La segregazione razziale è una pratica che consiste nella restrizione dei diritti civili su base razzista[1]. È caratterizzata dalla separazione delle persone nella vita quotidiana e può ripercuotersi su varie attività, come ad esempio mangiare in un ristorante, bere da una fontana, usare i servizi igienici, frequentare la scuola, andare al cinema, o affittare o acquistare una casa[2]. Spesso inibisce i cosiddetti matrimoni misti e può coinvolgere la divisione geografica della popolazione nonché l'utilizzo separato di istituzioni sociali come scuole e ospedali. La segregazione razziale può essere stabilita per legge o derivare da abitudini sociali in un clima di odio che può arrivare fino a manifestazioni di estrema violenza come il linciaggio. Fornisce un metodo per mantenere i vantaggi economici ed il superiore status sociale del gruppo politico dominante. Quando le persone tendono ad associarsi o fare affari esclusivamente con persone che riconoscono come appartenenti alla loro "razza", alcuni[senza fonte] preferiscono parlare di separatismo razziale o di "separazione razziale de facto" anziché di segregazione.

  1. ^ Definizione dal dizionario di storia moderna e contemporanea della Paravia Bruno Mondadori, su pbmstoria.it. URL consultato il 15 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2011).
  2. ^ Principles to Guide Housing Policy at the Beginning of the Millennium, Michael Schill & Susan Wachter, Cityscape