La selezione sessuale è un meccanismo evolutivo introdotto da Charles Darwin. Tale modalità di selezione è un elemento importante della teoria sulla selezione naturale. Il paradigma esplicativo formulato da Darwin nel suo libro del 1859 L'origine delle specie recita:
«Questa non dipende da una lotta per l'esistenza, ma da una lotta tra i maschi per il possesso delle femmine, e il risultato non è la morte del competitore sconfitto, bensì la scarsità od assenza di prole.»
Nel 1871, con l'opera L'origine dell'uomo e la selezione sessuale, Darwin amplia notevolmente il trattamento della selezione sessuale. Questa opera di 900 pagine, suddivisa in due volumi, comprende: 70 pagine di descrizione dell'operato della selezione sessuale nell'evoluzione umana e 500 pagine di azione della selezione sessuale in altri animali, la selezione sessuale emerge dalla fatica nel riprodursi[2].
Il paradigma esplicativo pertanto è:
«La selezione sessuale dipende dal successo di certi individui sopra altri dello stesso sesso in relazione alla propagazione delle specie, mentre la selezione naturale dipende dal successo di entrambi i sessi, a tutte le età, in relazione alle condizioni generali di vita. La lotta sessuale è di due specie; una è la lotta tra individui dello stesso sesso, generalmente maschi, onde allontanare e uccidere i rivali, mentre le femmine rimangono passive; l'altra è pure tra individui dello stesso sesso per attrarre od eccitare quelli del sesso opposto, e qui le femmine non sono più passive, ma scelgono il compagno più piacevole. Quest'ultima specie di selezione è intimamente analoga alla scelta che l'uomo fa inconsapevolmente, ma efficacemente, tra i suoi prodotti domestici quando, per un tempo lungo, continua a scegliere gli individui più attraenti e più utili, pur senza alcun desiderio cosciente di modificare la specie.»