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Una sostanza psicoattiva è una sostanza chimicafarmacologicamente attiva, dotata di azione psicotropa, ovvero capace di modificare lo stato psico-fisico di un soggetto potendo agire su emozione, ricordi, attenzione, percezione, umore, coscienza, comportamento, abilità intellettive, capacità motorie, ecc.[2][3] Per via dei loro potenziali effetti, le sostanze psicoattive sono impiegate in tutti i continenti da millenni per fini rituali,[4][5] religiosi,[6] spirituali,[7] culturali,[8] medico-terapeutici[7], ricreativi.[8]
L’azione di una sostanza psicoattiva sull'uomo dipende anche dalle caratteristiche genetiche che rendono gli individui più o meno suscettibili al suo effetto. Sebbene le principali interazioni siano riscontrabili sul sistema nervoso centrale, ogni sostanza psicoattiva può avere delle ripercussioni anche sul sistema nervoso periferico e su altri organi inclusi il sistema cardiovascolare, il sistema respiratorio, il sistema muscoloscheletrico e gli organi riproduttivi.[3]
La categoria è molto ampia e include sottoinsiemi con caratteristiche specifiche.[9] Non è ben definita la sistematizzazione dei termini con cui vengono denotate le diverse categorie sia a livello normativo che nell'uso comune; pertanto "sostanze psicoattive", "sostanze psicotrope", "sostanze stupefacenti", "droghe" possono essere lemmi oggetto di ambiguità e sovrapposizioni.
Alterando le funzioni delle cellule nervose, le sostanze psicoattive possono compromettere gli equilibri psicologici e i normali processi mentali. Poiché i processi psicologici sono legati alle dinamiche e alle variabili sociali e i meccanismi cerebrali sono costruiti e modulati dalle funzioni psicologiche, dalle aspettative, dai significati e dai valori che ognuno dà ai suoi comportamenti, gli effetti e le conseguenze delle sostanze psicoattive non dipendono soltanto dalle loro proprietà farmacologiche, ma sono in parte dettate da fattori sociali e culturali.[3] Alcune di queste sostanze sono usate in ambito medico come farmaci psicotropi per varie patologie;[10] alcune sono stupefacenti, comunemente chiamati "droghe" sottoposti a leggi e regolamenti che ne disciplinano ed restringono produzione, commercializzazione e consumo;[11][12] altre, come etanolo, nicotina, caffeina, teobromina sono ingredienti di prodotti di largo consumo.[13]
Molte sostanze psicoattive sono capaci di indurre, in diverso grado, fenomeni di dipendenza, tolleranza e assuefazione; altre invece non creano dipendenza ma possono comunque essere "sostanze da abuso".[14] La psicoattività di una sostanza non implica necessariamente la produzione di dipendenza.[15][16]
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^Guzmán G. (2008). "Hallucinogenic mushrooms in Mexico: An overview". Economic Botany. 62 (3): 404–412. doi:10.1007/s12231-008-9033-8..
^Arthur Berndtson, La filosofía en el Uruguay en el siglo XX. By Arturo Ardao. (México, D. F.: Fondo de Cultura Econòmica, 1956. Pp. 193.)El pensamiento boliviano en el siglo XX. By Guillermo Francovich. (México, D. F.: Fondo de Cultura Económica, 1956. Pp. 170.), in The Americas, vol. 13, nº 04, 1957-04, pp. 424–427, DOI:10.2307/979455..
^Copia archiviata, su salute.gov.it. URL consultato il 21 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2017).
^L'uso di questo termine è però ambiguo essendo una "Droga" anche qualunque sostanza vegetale secca usata per aromatizzare le vivande o in farmacognosia qualunque sostanze di origine vegetale, animale o minerale seccata usata grezza come medicamento.