Spettacoli nell'antica Roma

I Cerealia erano festeggiati nell'antica Roma con una cerimonia e poi con i Ludi cerealici nel Circo Massimo (dipinto di Lawrence Alma-Tadema, 1894).

Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà.

I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime.

Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà:

(LA)

«populum romanum duabus praecipue rebus, annona et spectacula, teneri[1]»

(IT)

«il popolo romano si preoccupa soprattutto di due cose, le vettovaglie e gli spettacoli»

La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.

  1. ^ Frontone, Princip. hist., V, 11