La storia della Russia è la storia del popolamento umano nei vasti territori che oggi compongono (o hanno composto nel passato) lo Stato russo; vale a dire, oltre alla Russia europea centro-occidentale (che si delineò successivamente come "cuore" dello Stato russo), l'Asia centrale, il Caucaso, la Siberia, l'Estremo Oriente russo e tutte le terre situate lungo la estesissima linea costiera del Mar Glaciale Artico. La sua storia inizia insieme a quelle degli slavi orientali. Solitamente si colloca il suo inizio con la nascita del popolo dei Rus' che la tradizione vuole far risalire all'862 a.C. Staraja Ladoga e Novgorod furono le prime grandi città della nuova unione di popoli formata da immigrati scandinavi, slavi e popoli finnici. Nell'882, il principe Oleg di Novgorod conquistò Kiev, unendo così le terre settentrionali e meridionali degli slavi orientali sotto un'unica autorità; entro la fine del X secolo il centro del governo si spostò nella città conquistata mantenendo, tuttavia, la zona settentrionale e quella meridionale con una significativa autonomia l'una dall'altra. Nel 988 la Rus' di Kiev fu convertita al cristianesimo da missionari provenienti dall'impero bizantino, dando inizio alla fusione tra cultura culture bizantina e slava che, nel successivo millennio, plasmò la cultura russa. A causa delle invasioni mongole del 1237-1240, che comportarono ingenti morti e distruzioni, Rus' di Kiev si disintegrò come Stato con i suoi principati costretti ad accettare il dominio dei mongoli.
Dopo il XIII secolo, Mosca divenne una città dotata di una forte attrattiva politica e culturale svolgendo un ruolo determinante per l'unificazione delle terre russe. Entro la fine del XV secolo molti dei piccoli principati intorno alla città si trovavano uniti nel Granducato di Mosca. Nel 1480 il Granducato smise di rendere omaggio ai Mongoli e si rese totalmente indipendente sotto il governo di Ivan il Grande, che iniziò a farsi chiamare "Zar" avendo sposato in seconde nozze Sofia Paleologa, ultima discendente degli Imperatori di Bisanzio. Ivan il Terribile, nipote di Ivan il Grande, trasformò il Granducato di Mosca nello Zarato russo nel 1547. Tuttavia, la morte senza eredi del figlio di Ivan, Feodor I, portò ad una crisi di successione che condusse la Russia a un periodo di anarchia e guerra civile noto come il "periodo dei torbidi". Il difficile periodo terminò soltanto nel 1613 con l'incoronazione di Michele Romanov, primo zar della sua dinastia. Durante tutto il resto del diciassettesimo secolo, la Russia completò l'esplorazione e la conquista della Siberia rivendicando il territorio che si estendeva fino all'Oceano Pacifico. A livello nazionale, la Russia dovette affrontare numerose rivolte dei vari gruppi etnici, come quella del 1670 del cosacco Sten'ka Razin.
Nel 1721, sulla scia della Grande Guerra del Nord, lo zar Pietro il Grande ribattezzò lo stato come "Impero russo". Pietro è anche noto per aver stabilito San Pietroburgo come nuova capitale dell'impero e per aver introdotto la cultura occidentale in Russia. La morte di Pietro senza un erede maschio diretto lasciò una successione confusa e per diversi decenni si avvicendarono sul trono imperiale un certo numero di suoi parenti. Nel 1762 la Russia passò sotto il controllo di Caterina la Grande, una principessa tedesca famosa per il suo ricorso agli intrighi di corte per consolidare il suo potere; ella, continuò le politiche di occidentalizzazione inaugurate da Pietro il Grande inaugurando l'era dell'Illuminismo russo. Il nipote di Caterina, Alessandro I, respinse un'invasione dell'imperatore francese Napoleone Bonaparte, portando la Russia al livello delle grandi potenze d'Europa. Durante il XIX secolo, nel paese si intensificarono le rivolte contadine portando nel 1861 all'abolizione della servitù della gleba da parte del governo dello zar Alessandro II. Nei decenni successivi, tentativi di riforma, come le quelle di Stolypin del 1906-1914, la costituzione del 1906, la convocazione della Duma di Stato nel 1906, tentarono di rendere l'economia e la politica della Russia aperta e liberale, tuttavia gli imperatori si rifiutarono di rinunciare ad un governo autocratico e resistettero a condividere il loro potere.
Molteplici cause, tra cui un crollo economico, le difficoltà incontrate nella prima guerra mondiale e un generale malcontento per il governo autocratico, innescarono la rivoluzione russa del 1917. Il rovesciamento della monarchia inizialmente portò al potere una coalizione di liberali e socialisti moderati, ma il fallimento delle loro politiche portò alla Rivoluzione d'ottobre da parte dei bolscevichi comunisti. Nel 1922 la Russia sovietica, insieme all'Ucraina sovietica, alla Bielorussia sovietica e alla SFSR transcaucasica firmarono il Trattato sulla creazione dell'URSS che univa ufficialmente tutte e quattro le repubbliche per formare l'Unione Sovietica. Tra il 1922 e il 1991 la storia della Russia divenne essenzialmente la storia dell'Unione Sovietica. Fin dai suoi primi anni, il governo dell'Unione Sovietica si è basato sul governo del partito unico, come si chiamavano i bolscevichi. L'approccio alla costruzione del socialismo, tuttavia, variò passando dall'economia mista e dalla società e cultura diverse che hanno caratterizzato gli anni 1920, all'economia di comando e repressioni dell'era di Iosif Stalin, "all'era della stagnazione" dagli anni 1960 agli anni 1980. Durante questo periodo, l'Unione Sovietica fu una delle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale dopo essersi ripresa dall'invasione a sorpresa nel 1941 da parte della Germania nazista precedentemente firmataria di un patto di non aggressione. Dopo il conflitto divenne una superpotenza in competizione con gli Stati Uniti e altri paesi occidentali durante la Guerra Fredda. L'URSS ebbe un programma spaziale di successo in grado di lanciare il primo satellite artificiale e il primo uomo nello spazio.
Verso la metà degli anni 1980, con l'acuirsi della debolezza delle strutture economiche e politiche sovietiche, Michail Gorbačëv intraprese importanti riforme, che alla fine portarono al rovesciamento del partito comunista e alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, lasciando di nuovo la Russia da sola. La Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa si ribattezzò Federazione Russa e divenne una delle diverse nazioni successorie dell'Unione Sovietica; essa è stata l'unico stato post-sovietico ad assumere l'appartenenza permanente dell'URSS al Consiglio di sicurezza dell'ONU. Nel 1994 la Russia ereditò l'intero arsenale nucleare dopo aver firmato il Memorandum di Budapest. Eliminata la pianificazione centrale socialista e la proprietà statale dei beni dell'era socialista, i nuovi dirigenti del paese, guidati dal presidente Vladimir Putin, hanno preso il potere politico ed economico dopo il 2000 impegnandosi in una politica estera assertiva grazie alla quale la Russia ha conosciuto una crescita economica riguadagnando lo status di potenza mondiale. L'annessione della Crimea alla Russia nel 2014 ha portato il paese a subire sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti e dall'Unione europea. L'invasione russa dell'Ucraina del 2022 ha portato a nuove massicce sanzioni ideate per indebolire permanentemente l'economia russa. Sotto la guida di Putin, il livello di corruzione nel paese è considerato il più elevato in Europa e la situazione dei diritti umani è stata sempre più criticata dagli osservatori internazionali.