La strega, nella mitologia popolare, è una donna ritenuta talvolta un essere soprannaturale di aspetto femminile, dedita a pratiche e rituali di magia, soprattutto popolare, i cui poteri venivano giudicati oscuri o derivanti da un patto col maligno.[1]
Perseguitate tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'età moderna dalla cultura dominante, sia in ambito cattolico che protestante, queste donne avrebbero usato tali poteri quasi esclusivamente per nuocere agli altri o per opporsi all'intera società umana. Non sempre tuttavia viene data loro un'accezione negativa, poiché «strega» (o al maschile «stregone») è anche il nome dato a sciamani o ad esponenti del mondo pagano o contadino, a volte impiegato per definire un semplice sperimentatore di erbologia, cristallomanzia e stregoneria.
A partire dalla metà del XVIII secolo l'esistenza stessa delle streghe fu invece messa in discussione, ad esempio dallo studioso trentino Girolamo Tartarotti, che giudicò frutto di superstizione piuttosto che di logica, di indagine scientifica e ortodossia cattolica, le teorie sulla stregoneria.[2]
Figure equivalenti a quella della strega, anticamente anche lamia, sono chiamate fattucchiera, maliarda, incantatrice, e in riferimento all'età avanzata megera e befana.[3]