La svastica (anche croce gammata,[2] croce uncinata[3] o croce polare[4]) è un antico simbolo religioso originario delle culture dell'Eurasia, specialmente, ma non esclusivamente, quelle di matrice indoeuropea. Rimane un simbolo largamente utilizzato nelle religioni dell'India e della Cina, nonché nello sciamanesimo della Mongolia e della Siberia, e in vari nuovi movimenti religiosi. Il termine italiano ha origine direttamente dal sostantivo maschile sanscrito swastika (devanagari: स्वास्तिक), che, tra gli altri significati, indica, appunto, in quella lingua, il disegno di una croce greca con i bracci piegati ad angolo retto.
Come simbolo, generalmente sempre con significato divino e augurale, fu utilizzato da molte culture fin dal Neolitico. La svastica venne altresì riproposta dai teosofi alla fine del XIX secolo. La sua odierna notorietà è, infatti, legata alla sua adozione durante il primo dopoguerra da parte del Partito Nazionalsocialista Tedesco e, successivamente, apposizione sulla bandiera della Germania nazista. Dopo la seconda guerra mondiale e l'utilizzo che ne fece il nazionalsocialismo tedesco, il suo uso in Occidente è oggetto di controversie.
Un articolo sul Corriere dell'UNESCO del 1996 riconosce la svastica quale simbolo rappresentante l'emanazione della realtà divinamente ordinata dal Dio supremo.[5] Il 20 febbraio 2008, a coronamento di un solenne incontro a Gerusalemme, il Gran Rabbinato d'Israele (massimo organo dell'ebraismo) e la Hindu Dharma Acharya Sabha (massimo organo dell'induismo, costituito nel 2003) siglarono una dichiarazione comune in cui riconobbero le similarità tra le due tradizioni, innanzitutto la comune fede in un essere supremo sia nel suo aspetto immanifesto che nel suo aspetto manifesto, e al punto 7 diedero atto che la svastica è un antico simbolo religioso il cui utilizzo da parte del nazionalsocialismo tedesco fu assolutamente improprio.[6]
In preparazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020, essendo la svastica molto usata in Giappone nei templi buddisti e sulle mappe per indicare l'ubicazione degli stessi, gli organizzatori dell'evento, preoccupati per eventuali turbamenti che il simbolo avrebbe potuto suscitare in visitatori occidentali, indissero una consultazione pubblica per determinare se sostituire il simbolo su mappe e guide turistiche; la decisione del popolo giapponese fu che la svastica dovesse essere mantenuta, proprio per la sua valenza tradizionale religiosa.[7]