«Soleva Roma, che 'l buon mondo feo,
due Soli aver, che l'una e l'altra strada
facean vedere, e del mondo e di Deo».[1]
(Divina Commedia, Purgatorio, XVI, 106-108)
La teoria dei due Soli era una concezione politica medievale e scolastica che considerava l'autorità papale e quella imperiale dotate di pari dignità, ma riferite ad ambiti diversi. Contrapponendosi alla teoria del Sole e della Luna che voleva l'una suddita dell'altra, essa sosteneva che il Papa e l'Imperatore si dovessero occupare in maniera indipendente di due diverse sfere di potere, la prima di quello spirituale, mentre la seconda di quello temporale.
L'analogia con i due Soli stava a significare che entrambi brillavano di luce propria, avendo il loro potere un'origine divina.[2]
Formulata dalla scuola di Bologna,[3] si trattava di una posizione intermedia tra le pretese teocratiche papali e quelle egemoni imperiali nella lotta tra i poteri universali nel Medioevo, che si rifletté nelle contese tra guelfi e ghibellini.[4]