Timidezza

La timidezza è un tratto della personalità che caratterizza in varia misura il comportamento di un individuo improntato a esitazione, ritrosia, impaccio e pudore superiori a quanto manifestano in analoga situazione altri soggetti, ovvero a una minor socievolezza. Ai suoi livelli massimi si può manifestare come fobia sociale, con veri e propri attacchi di panico dovuti al profondo senso di inadeguatezza nei rapporti sociali e al sentire gli altri come delle possibili minacce.

La timidezza non va tuttavia considerata una patologia, ma un aspetto normale della personalità, che riguarda la maggior parte delle persone, in tutti i Paesi del mondo. Secondo le statistiche, in Giappone ben il 60% delle persone si dichiarano timide, negli Stati Uniti il 40% e in Israele solo il 27%. Ciò potrebbe dipendere dal fatto che la cultura giapponese impone rapporti molto rispettosi e formali con il prossimo, e in Giappone è considerata una vergogna sbagliare, mentre in Israele si insegna a puntare al successo e che sbagliare non è una vergogna.[1]

  1. ^ Piero Angela, Viaggio nella scienza. Il mondo di Quark, Garzanti, 1985, pp. 179-180.