Tiziano Vecellio | |
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Tiziano, Autoritratto, 1562 circa, olio su tela, 96x75 cm, Berlino, Staatliche Museen, Gemäldegalerie | |
Conte Palatino | |
In carica | 10 maggio 1533 – 27 agosto 1576 |
Altri titoli | Conte del Consiglio Aulico e del Concistoro |
Nascita | Pieve di Cadore, 1488/1490 |
Morte | Venezia, 27 agosto 1576 |
Dinastia | Vecellio |
Padre | Gregorio Vecellio |
Madre | Lucia Vecelli |
Consorte | Cecilia Soldani |
Figli | Orazio Lavinia Pomponio Emilia |
Religione | Cattolicesimo |
Tiziano Vecellio, noto semplicemente come Tiziano (Pieve di Cadore, 1488/1490[1] – Venezia, 27 agosto 1576), è stato un pittore italiano, cittadino della Repubblica di Venezia e importante esponente della scuola veneziana.
Artista innovatore e poliedrico, nonché maestro, unitamente a Giorgione, del tonalismo[2], Tiziano fu uno dei pochi pittori italiani titolari di una vera e propria azienda, accorto imprenditore della bottega oltre che della sua personale produzione[3], direttamente a contatto con i potenti dell'epoca, suoi maggiori committenti[4]. Il rinnovamento della pittura di cui fu autore si basò, in alternativa al michelangiolesco «primato del disegno», sull'uso personalissimo del colore[5]. L'accordo fra le diverse zone cromatiche (tonalità di colori caldi e freddi) e l'uso sapiente della luce conferiscono unità alle scene rappresentate. Genio e protagonista della pittura del Rinascimento nell'intero continente europeo, Tiziano apportò, nella pittura rinascimentale, una rivoluzione artistica fatta di innovazioni, che superarono gli schemi michelangioleschi della Scuola toscana. Quest'ultimi infatti primeggiarono, come già detto, nell'uso del disegno; Tiziano al contrario perfezionò la pittura tonale[6], dove ormai il disegno era superato, dipingendo le forme e i contorni attraverso il colore e curando i dettagli nei minimi particolari. Nella maturità seppe dare alle pennellate anche tocchi rapidi e pastosi, arrivando addirittura a stendere il colore direttamente con le dita. Si dimostrò anche il più abile ritrattista del suo tempo, capace di immortalare nei ritratti il carattere e le emozioni dei suoi soggetti.
Pittore geniale e completo, seppe cimentarsi in maniera straordinaria in tutti i campi della pittura, dai temi allegorici, a quelli profani, religiosi, mitologici e di ritrattistica[7]. Per tutte queste innovazioni apportate, divenne il pittore rinascimentale più apprezzato e richiesto d'Europa; infatti, lavorò, oltre che per la Serenissima, per varie corti d'Italia e d'Europa e per i papi, divenendo il pittore più ricco di sempre[8][7][9]. Per la sua rivoluzione pittorica e la sua genialità fu considerato da storici e critici d'arte uno dei migliori e completi pittori di tutti i tempi[10], se non il migliore[10][11][12][13][14], influenzando molti artisti come Diego Velázquez e gli impressionisti Claude Monet e Édouard Manet[15], dimostrandosi, con le sue tecniche, in anticipo di oltre 200 anni[7]. Alla sua morte lasciò in eredità la sua arte agli artisti Tintoretto e Veronese, che continuarono la tradizione di successo internazionale della pittura veneta.
Tiziano usò la forza espressiva del colore materico e poi, entrando nella piena maturità, abbandonò la spazialità bilanciata, il carattere solare e fastoso del colore del Rinascimento, assumendo il dinamismo proprio del manierismo e giocando con libertà nelle variazioni cromatiche in cui il colore era reso "più duttile, più sensibile agli effetti della luce"[16].