Tragedia di Superga | |
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Il trimotore Fiat G.212, marche I-ELCE, delle Avio Linee Italiane, dopo lo schianto contro il terrapieno posteriore della basilica di Superga. | |
Tipo di evento | Volo controllato contro il suolo causato da errore del pilota e cattive condizioni meteorologiche |
Data | 4 maggio 1949 |
Luogo | Superga (Torino) |
Stato | Italia |
Coordinate | 45°04′51″N 7°46′03″E |
Tipo di aeromobile | Fiat G.212CP |
Operatore | Avio Linee Italiane |
Numero di registrazione | I-ELCE |
Partenza | Aeroporto di Lisbona-Portela, Lisbona, Portogallo |
Scalo intermedio | Aeroporto di Barcellona, Barcellona, Spagna |
Destinazione | Aeroporto di Torino-Aeritalia, Torino, Italia |
Occupanti | 31 |
Passeggeri | 27 |
Equipaggio | 4 |
Vittime | 31 |
Feriti | 0 |
Sopravvissuti | 0 |
Mappa di localizzazione | |
Dati estratti da Aviation Safety Network[1] | |
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La tragedia di Superga fu un incidente aereo avvenuto il 4 maggio 1949 a Torino. Alle ore 17:03 il Fiat G.212 della compagnia aerea ALI, registrato come I-ELCE, con a bordo l'intera squadra del Grande Torino, si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga, che sorge sulla collina torinese.[1]
Nell'incidente perse la vita l'intera squadra del Torino, vincitrice di cinque scudetti consecutivi dalla stagione 1942-1943 alla stagione 1948-1949[2] e che costituiva la quasi totalità della Nazionale italiana. Nell'incidente morirono anche i dirigenti della squadra e gli accompagnatori, l'equipaggio e tre noti giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport); Renato Tosatti (della Gazzetta del Popolo, padre di Giorgio Tosatti) e Luigi Cavallero (La Nuova Stampa). Il compito di identificare le salme fu affidato all'ex commissario tecnico della Nazionale Vittorio Pozzo, che aveva portato quasi tutto il Torino in Nazionale.[3]