Trattato di Stettino (1630)

Il Trattato di Stettino del 1630 (in svedese Fördraget i Stettin e in tedesco Stettiner Allianz) fu la cornice giuridica nella quale venne inquadrata l'occupazione svedese della Pomerania nel corso della guerra dei trent'anni.[1] Conclusosi il 25 agosto (secondo il calendario giuliano) o il 4 settembre 1630 (secondo il calendario gregoriano), esso venne predatato al 10 (calendario giuliano) o al 20 luglio 1630 (calendario gregoriano), data dello sbarco svedese.[2][3][4]

Gli Svedesi assunsero il controllo militare,[3] ed usarono la testa di ponte in Pomerania per le campagne militari nella Germania centrale e meridionale.[5] Dopo la morte dell'ultimo duca di Pomerania Boghislao XIV, avvenuta nel 1637, forze armate del Sacro Romano Impero invasero la Pomerania per imporre la successione del Brandeburgo, ma furono sconfitte dagli svedesi nelle battaglie che ne conseguirono.[6] Una parte della nobiltà della Pomerania aveva cambiato campo e sostenute le ragioni del Brandeburgo.[7] Con la fine della guerra il trattato fu superato dalla pace di Vestfalia (1648) e dal conseguente Trattato di Stettino del 1653, quando la Pomerania venne divisa in due parti: la Pomerania Occidentale, in mano alla Svezia, quindi Pomerania svedese, e la Pomerania Orientale, provincia del regno prussiano-brandeburghese.[8]

Gustavo II Adolfo di Svezia sbarca in Pomerania
  1. ^ Sturdy 2002, p. 59.
  2. ^ Nel XVII secolo nella regione era ancora in vigore il calendario giuliano, con dieci giorni di ritardo rispetto a quello gregoriano:
    Invasione svedese: 10 luglio - giuliano, 20 luglio - gregoriano;
    Trattato: 25 agosto - giuliano, 4 settembre - gregoriano
  3. ^ a b Langer 2003, p. 406.
  4. ^ Heitz 1995, p. 220.
  5. ^ Parker 1997, pp. 120 e seguenti.
  6. ^ Heitz 1995, pp. 223-229.
  7. ^ Heitz 1995, p. 225.
  8. ^ Heitz 1995, p. 232.