Il tri-test o triplo test è una metodica di screening prenatale che viene effettuata preferibilmente tra le 15 e la 18 settimane di gravidanza. Lo scopo di tale esame è quello di fornire una stima della probabilità che una donna ha di avere un figlio affetto da anomalie cromosomiche quali la trisomia 21 oppure difetti del tubo neurale.
Il tri test si basa sulla ricerca nel sangue materno di tre sostanze:
I risultati ottenuti dall'analisi di queste sostanze, valutati insieme ad altri parametri, quali il peso materno la condizione di fumatrice, espressi in multipli della mediana (MOM), vengono poi confrontati con valori di riferimento. Questi dati assieme all'età materna forniscono una probabilità o rischio ricalcolato che il feto sia affetto da una anomalia cromosomica. La sensibilità della metodica per la s. di Down è del 60%-70%.
Lo schermo triplo misura i livelli sierici di AFP, estriolo e β-hCG, con una sensibilità del 70% e una percentuale di falsi positivi del 5%. È integrato in alcune regioni degli Stati Uniti, come il quad test (con aggiunta dell'inibina A al pannello, con conseguente miglioramento del 81% di sensibilità e 5% di falsi positivi per rilevare la sindrome di Down se assunto a 15-18 settimane di età gestazionale)[1] e altre tecniche di diagnosi prenatale, sebbene rimanga ampiamente utilizzato in Canada[2] e in altri paesi. Un test sospetto indica un aumentato rischio di anomalie cromosomiche (e difetti del tubo neurale) e tali pazienti vengono quindi indirizzati a procedure più sensibili e specifiche per ricevere una diagnosi definitiva, spesso diagnosi prenatale tramite amniocentesi, sebbene l'opzione di screening più forte di cellule libere viene spesso offerto lo screening del DNA fetale (noto anche come screening prenatale non invasivo). In alcuni stati americani, come il Missouri, viene rimborsato solo il tri test e non altri test di screening potenzialmente più accurati, mentre la California offre il quad test a tutte le donne in gravidanza.[3]