Universally unique identifier

Un identificativo univoco universale, meglio noto come universally unique identifier o con l'acronimo UUID, è un identificativo usato nelle infrastrutture software, standardizzato dalla Open Software Foundation (OSF) come parte di un ambiente distribuito di elaborazione.[1][2]

Lo scopo dell'UUID è di abilitare un sistema distribuito all'identificazione di informazioni in assenza di un sistema centralizzato di coordinamento. In questo contesto la chiave univoca dovrebbe implicare “l'univocità” pratica senza “garantirla”. Il fatto che le chiavi siano in numero finito implica che due entità potrebbero avere la stessa chiave identificativa. In pratica, l'ampiezza dello spazio delle chiavi e il loro processo di generazione offrono sufficienti garanzie che la stessa chiave non venga assegnata a due entità differenti. Chiunque può creare un UUID e usarlo con ragionevole probabilità che non venga usato da nessun altro. Le informazioni associate all'uuid possono essere in seguito combinate in un singolo database senza necessità di dover risolvere eventuali conflitti.

Uno dei più diffusi usi di questo standard è nei GUID (globally unique identifiers) di Microsoft. Altri usi significativi includono i file system Linux ext2/ext3[3], LUKS (un sistema di crittografia delle partizioni), GNOME, KDE e macOS. Tutti questi sistemi implementano derivazioni della libreria uuid, disponibile nel pacchetto e2fsprogs (Ext2 Filesystems Utilities).

UUID è documentato come parte dell'ISO/IEC 11578:1996 "Information technology – Open Systems Interconnection – Remote Procedure Call (RPC)" e più recentemente in ITU-T Rec. X.667 | ISO/IEC 9834-8:2005. L'IETF ha pubblicato Standards Track RFC 4122 che è tecnicamente identico all'ITU-T Rec. X.667 | ISO/IEC 9834-8.

  1. ^ (EN) RFC 4122 - A Universally Unique IDentifier (UUID) URN Namespace, su tools.ietf.org. URL consultato il 15 maggio 2020.
  2. ^ (EN) Universally Unique Identifiers (UUIDs), su itu.int. URL consultato il 15 maggio 2020.
  3. ^ Part-UUID, su wiki.debian.org. URL consultato il 15 maggio 2020.