Variaghi

I Variaghi o Vareghi (in norreno Væringjar; in greco bizantino Βάραγγοι, Várangoi;[1][2] in antico slavo orientale: варяже, varyazhe o варязи, varyazi) erano conquistatori, mercanti e coloni vichinghi,[3] perlopiù provenienti dall'attuale Svezia.[4][5][6][7] I Variaghi si insediarono nei territori che sono ad oggi occupati da Bielorussia, Russia e Ucraina; nel IX secolo questi territori furono unificati nella Rus' di Kiev; i Variaghi composero anche la guardia variaga dell'Impero bizantino, che avrebbe compreso anche gli anglosassoni, dopo il loro esodo causato dalla conquista normanna.[8][9]

Secondo la Cronaca degli anni passati, risalente al XII secolo, un gruppo di Variaghi noti come Rus'[10] si insediò a Novgorod nel 862 sotto la guida di Rjurik. Prima di Rjurik, è probabile che i Rus' regnassero sull'ipotetica entità politica nota come Khaganato di Rus'. Un parente di Rjurik, Oleg, conquistò Kiev nel 882 e istituì lo stato della Rus' di Kiev, che nel seguito sarebbe stato governato dai discendenti di Rjurik.[11][12]

Attivi nel commercio, nella pirateria e nel servizio come mercenari, i Variaghi esplorarono i sistemi fluviali e di trasporto merci del Garðaríki, nome che nelle saghe norrene identificava le aree a nord del Mar Nero. Controllavano la via commerciale del Volga che permetteva i commerci con i musulmani, e collegava il Mar Baltico al Mar Caspio, e la via variago-greca, che portava, lungo il Dnepr e il Dnestr, fino al Mar Nero e a Costantinopoli.[13] Queste erano le rotte commerciali più importanti dell'epoca, poiché collegavano l'Europa medievale con il Califfato abbaside e l'Impero bizantino.[14] La maggior parte delle monete d'argento in occidente venivano dall'oriente attraverso queste tratte.

Attratti dalle ricchezze di Costantinopoli, i Rus' cominciarono una serie di guerre contro Bisanzio, alcune delle quali portarono a trattati commerciali vantaggiosi. Almeno a partire dal X secolo, molti Variaghi prestarono servizio come mercenari nell'esercito bizantino, costituendo la guardia variaga, preposta alla protezione dell'imperatore. Con il tempo, la maggior parte di loro, a Bisanzio e nel resto dell'Europa orientale, si convertirono al Cristianesimo ortodosso abbandonando il paganesimo norreno; questo processo culminò con la cristianizzazione della Rus' di Kiev nel 988. In concomitanza con il declino generale della loro penisola e con la fine dell'epoca vichinga, l'influsso di scandinavi nella Rus' si arrestò ed entro la fine del XI secolo i Variaghi furono gradualmente assimilati dagli slavi orientali.

  1. ^ Varangian, su Online Etymology Dictionary. URL consultato il 30 settembre 2015.
  2. ^ Varangian, su thefreedictionary.com. URL consultato il 30 settembre 2015.
  3. ^ Ildar Kh. Garipzanov, The Annals of St. Bertin (839) and Chacanus of the Rhos. Ruthenica 5 (2006) 3–8 sides with the old theory.
  4. ^ (EN) Oleg - ruler of Novgorod, su britannica.com. URL consultato il 28 dicembre 2022.
  5. ^ væringer, su snl.no, Store norske leksikon. URL consultato il 30 settembre 2015.
  6. ^ (EN) Becky Little, When Viking Kings and Queens Ruled Medieval Russia, su history.com. URL consultato il 4 aprile 2022.
  7. ^ (EN) Rus - people, su britannica.com. URL consultato il 28 dicembre 2022.
  8. ^ Robert R. Milner-Gulland e Nikolai Dejenskij, Atlas of Russia and the Soviet Union, Phaidon, 1989, p. 36, ISBN 0-7148-2549-2.
  9. ^ Sydney Schultze, Culture and Customs of Russia, Greenwood Publishing Group, 2000, p. 5, ISBN 0-313-31101-3.
  10. ^ Пушкинский Дом (ИРЛИ РАН) > Новости, su pushkinskijdom.ru. URL consultato il 30 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2015).
  11. ^ Wladyslaw Duczko, Viking Rus, Brill Publishers, 2004, pp. 10–11, ISBN 90-04-13874-9. URL consultato il 28 dicembre 2022.
  12. ^ (EN) Rurik Dynasty - princes of Kievan Rus and Muscovy, su britannica.com. URL consultato il 28 dicembre 2022.
  13. ^ Stephen Turnbull, The Walls of Constantinople, AD 324–1453, Osprey Publishing, ISBN 1-84176-759-X.
  14. ^ (EN) Tracey Ann Schofield, Vikings, Teaching & Learning Company, 1º marzo 2002, ISBN 978-1-57310-356-5. URL consultato il 28 dicembre 2022.